TORNARE IN GALERA PER NON RESTARE IN COMPAGNIA DELLA SOLITUDINE

La mia storia di Natale, anche se è buona per qualsiasi giorno dell’anno, perché parla di solitudine, una bestia feroce che pur senza far rumore può azzannare e ferire chiunque. E uccidere, dimenticavo uccidere.

La solitudine, la associamo agli anziani e non senza ragione. Noi ci riuniamo e ci abbuffiamo in questi giorni di festa, ma quanti tra loro non avranno compagnia e non avranno alcuna voglia di abbuffarsi?

E con buona pace dei polemisti sugli animali domestici, beati quelli che almeno hanno un cagnolino o un gatto a far loro compagnia, pure seduto sulla sedia accanto a loro mi auguro. Perché questo accade, non solo a Natale ma tutti i giorni dell’anno.

La solitudine uccide e chi la reclama per necessità, o chi semplicemente può permettersela, sappia che è un lusso in quanto bene deperibile, in quanto bisogno temporaneo di noi che sappiamo di avere parenti, amici, colleghi, conoscenti che ci aspettano.

Poi accade anche questo, che un ventiquattrenne agli arresti domiciliari decida di scappare da casa e presentarsi ai cancelli del carcere di Cassino, in provincia di Frosinone. Anche questa è solitudine, la bestia che non fa sconti e non risparmia nessuno.

Almeno lì, in carcere, avrebbe potuto trascorrere questi giorni con qualcuno vicino, fare un brindisi, scambiare qualche parola. La solitudine però è infida e non si lascia fregare facilmente. Le forze dell’ordine lo hanno riportato a casa, un colloquio con un magistrato a quest’ora avrà stabilito se potrà vedere esaudito il suo desiderio, solo apparentemente paradossale.

Comunque sia, questa è la mia storia di Natale e di tutto l’anno in verità. Si può ben comprendere perché a volte a qualcuno venga la tentazione di farla finita o almeno sperare che finisca presto. A vent’anni come da anziani, il morso può essere asfissiante e se al ventiquattrenne il cancello del carcere è parso un’alternativa, per tantissimi anziani l’alternativa non c’è, non si riesce a immaginare.

E servirebbe un’immaginazione sovrumana per figurarsi l’angoscia di queste persone sole. Umanamente, servirebbe provarla, per capirla, ma a chi importa, tra un panettone, un pacchetto da aprire o una beauty farm dietro l’angolo?

Evviva la buona novella.

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