SCOMMETTERE SUL VUOTO

Piange Tonali, piange perchè a forza di scommettere sta perdendo la scommessa più importante, sul suo talento. Non piange Zaniolo, perchè non è tipo da piangere, ha vicino una madre-tigre che lo protegge e lo guida da quando succhiava il latte, e poi lui tiene a precisare che non ha mai scommesso, al massimo qualche giochino innocente. Non ha neppure più occhi per piangere Fagioli, il primo della lista, il paziente zero di questa nuova epidemia, quello che è già nella leggenda per aver dissipato a vent’anni un milione di euro, gentile risposta esistenziale ai suoi coetanei che dormono davanti all’università perchè non hanno i soldi per gli affitti..

E là fuori, attorno al cerchio maledetto di questa farneticazione giovanile, sta appollaiato il redento Fabrizio Corona, redento dagli anni di carcere, così redento da aver ripreso con gusto il filo della sua vita, che in fondo è un giocare a Dio per sentirsi qualcuno e qualcosa, ogni giorno crudeli appuntamenti web con annessi conti alla rovescia prima di sparare il nuovo nome, un intero Paese in mano alle lune e ai giochini sadici del burattinaio di ritorno.

Come le altre volte, “l’affare s’ingrossa di ora in ora” e “lo scandalo si allarga a macchia d’olio”. Altri giocatori, cinque società, presidenti vari. Corona ha acceso il ventilatore e non ha alcuna intenzione di spegnerlo. Parla di grossi rischi personali, ma anche di un fatturato in crescita esponenziale, il suo sito di hard-gossip varrebbe già sul milione di euro.

Soldi, tutto per soldi, sempre per soldi. Il mondo continua a girare attorno al valore dei soldi, che non è solo economico, ci si capisce. E’ molto di più. Persino la ritmica delle scommesse è dettata dai soldi: vincere o perdere è l’emozione forte, ma in definitiva vincere o perdere è misurato da ricchezza in più o in meno. Tant’è vero che nessuno di questi gioca senza puntare, per il puro gusto di giocare. Senza soldi, non è gioco.

La linea di difesa – degli avvocati, ma anche del buon pensare – è già piuttosto chiara: tutta colpa di questa satanica ludopatia. Di fatto, abbiamo a che fare con dei malati (perchè la ludopatia tale è, come il diabete e come la depressione). Viene buono a tutti considerarli malati: viene buono agli avvocati che li difendono, perchè un imputato malato porta a casa molta indulgenza, viene buono all’ambiente, che in qualche modo sa su cosa e su chi rimbalzare i sensi di colpa.

Malati o no, niente può comunque spazzare via da questo nuovo squallore il senso di una generale sconfitta. A livello umano e sociale. Questi ventenni sono oggettivamente i ventenni più fortunati di tutti i ventenni, perchè sull’abilità nel gioco – del calcio – hanno già costruito fortune inaudite. Tonali quest’estate è andato in Inghilterra facendo incassare al Milan 80 milioni, lui ne prenderà 9 netti all’anno per cinque anni. Ce ne sarebbe per campare da nababbi per una vita intera, e magari in uno slancio di altruismo costruire anche qualche scuola in Africa. Ma evidentemente la complessità – come la chiamiamo ultimamente – induce ad altre spiegazioni: questi ragazzi arrivano alla popolarità e alla ricchezza per direttissima, saltando tutte le stazioni della vita normale, chiusi dentro l’abitacolo del loro jet supersonico, debitamente protetti dagli adulti che li educano e li governano. Non c’è mai verso – quasi mai – che in questa corsa verso l’Eldorado ci scappi un libro, un teatro, un monumento, un paesaggio, una poesia, qualcuno cioè degli integratori spirituali che tutti quanti assumiamo per affrontare un po’ meglio – o meno peggio – la vita.

Poi ci chiediamo come sia possibile che a vent’anni questi fenomeni si sbattano via scommettendo a tutto spiano sulle piattaforme illegali, sapendo benissimo di non poterlo fare. Li hanno allevati in batteria come polli da macello, li hanno convinti che basta un gol per avere il mondo ai propri piedi, li hanno indottrinati con la teoria del vincente che fa la storia e del perdente che al massimo può solo guardarla: a questo punto è davvero molto stupido cadere dal pero e chiederci perchè, cosa li spinge all’autodistruzione, cosa li obbliga a questa masochistica scommessa sul vuoto.

Già: perchè un giovane uomo che a vent’anni guadagna 9 milioni all’anno e si ritrova le folle in adorazione sull’uscio di casa, perchè va a sbattersi via scommettendo illegalmente a tutte le ore del giorno e della notte?

Forse, al netto di tante analisi, per avere una prima risposta basterebbe semplicemente rovesciare la stessa domanda, una volta per tutte: perchè non dovrebbe farlo, se non ha un motivo valido per non farlo, se non capisce perchè non ha senso farlo, se nessuno gli ha mai spiegato quant’è idiota farlo?

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