POVERO DIO, CON QUESTO PORTAVOCE / 2

di DON ALBERTO CARRARA – Dany Rota è una delle tante persone che hanno commentato su Facebook la mia riflessione su Padre Livio e Radio Maria. Dice Dany: “Come si fa per aiutare quelle persone, sempre con rispetto di una certa eta’, che ascoltano RADIO MARIA come unica fonte di catechesi e di preghiera?”.

E’ una domanda sconsolata e sconsolante. Ma non c’è risposta. O meglio. Si può tentare di capire come mai. Una pista che si potrebbe seguire è quella del cosiddetto cristianesimo popolare. Ai tempi di mio nonno la campana e l’ulivo bruciato dovevano evitare la grandine. Era cioè un cristianesimo protettore, molto protettore e molto utile, in fondo. Quel cristianesimo dei nonni è passato sulle onde di Radio Maria. Sono cambiati gli strumenti, ma resta il fondo. Il cristianesimo continua a proteggere, da Satana, dalla pandemia: è sempre un cristianesimo che serve.

Si possono dire tante cose di quel cristianesimo, ma una cosa è certa: in quel cristianesimo non trova posto la croce. Se la grandine arriva nonostante l’ulivo bruciato e la campana, se la pandemia fa strage nonostante tutti i nostri rosari, che si fa? Nulla. Al massimo ci si rassegna, in attesa della prossima inevitabile vittoria: è stata una piccola battaglia persa, ma la guerra, quella, la si vincerà di sicuro.

Non si pensa che la sconfitta, la malattia, la morte fanno parte della nostra storia e la consolazione più grande è sapere che anche Dio l’ha vissuta. Dio vincerà, certo. Ma vincerà in un futuro che è soltanto suo. La pasqua trionferà. Ma non si sa quando. Intanto, qui, oggi perde anche lui con noi. “Se sei il figlio di Dio, scendi dalla croce”, si grida sotto la croce del condannato. Ma lui, il condannato, non è sceso. Se Padre Livio fosse stato sotto la croce avrebbe dovuto pensare, coerentemente, che hanno fatto bene a mettere a morte un illuso così pericoloso.

A Dany, allora, mi pare di poter rispondere, anch’io, in maniera sconsolata e sconsolante. Se un delinquente violento va in Chiesa e fa la comunione, nessuno glielo può impedire. Se un prete pedofilo celebra la messa, nessuno lo può bloccare. L’eucarestia è il cuore del cristianesimo e, insieme, è la parte più esposta, la più debole, la più a portata di tutti. Lì si trova l’”agnello da macelleria”, come lo chiamava Pierre Emmanuel – poeta francese del secolo scorso –, un agnello su cui tutti sono liberi di accanirsi.

Se questo vale per l’eucarestia, figurarsi le omelie stravaganti diffuse da Radio Maria. Basta avere soldi – tanti, mi dicono – e una rete radiofonica, e un Padre Livio qualsiasi è libero di dire quello che vuole. La Chiesa non ha i mezzi per farlo tacere. La Chiesa rispetta la libertà di quelli che chiama suoi figli. I suoi figli non rispettano la verità di quella che loro dovrebbero chiamare loro madre.

2 pensieri su “POVERO DIO, CON QUESTO PORTAVOCE / 2

  1. Giacomo Buzzettiti dice:

    Carissimo don Alberto ho vissuto molti anni all’interno di questa nostra Chiesa indubbiamente di istituzione divina visto che l’impegno a distruggerla da parte di alcuni non sia bastato ad annientarla. Ho creduto ai miei parroci ai miei vescovi ed anche più in alto ma mi sono reso conto che molte volte ci troviamo di fronte a questi attori sgradevoli a causa dell’incapacità di qualcuno che li ha scelti ed in quel posto collocati. Ricordo un importante prelato della diocesi che mi diceva di essere più accondiscendente e non troppo critico per poter arrivare a… ma gli insegnamenti del mio catechismo non erano così rampanti socialmente. Mi avevano, avevate insegnato la modestia, la semplicità, l’altruismo. Queste “qualità” non sono servite per essere scelto ad aiutare la Chiesa a crescere in modo cristiano, altri sono stati scelti per quelle doti da manager che hanno dimagrito di risorse e senso questa nostra realtà. La persona onesta, impegnata, retta non ha mai fatto parte della gara al successo personale ed agli occhi dei “capi” è sempre parsa perdente, ultima. Peccato che non ci sia accorti che partecipava ad un’ altra gara, meno terrena. Peccato oggi incontrare molti personaggi scarsi in posizioni importanti, ma purtroppo la colpa è da cercare in quegli occhi miopi sempre attenti alle pagliuzze altrui
    Con affetto
    Giacomo

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