DAI MILANO, INDICACI LA STRADA ANCHE STAVOLTA

di GHERARDO MAGRI – Milano è in piena tempesta Covid, nella seconda ondata è purtroppo balzata in testa in questa triste classifica. Con un indice Rt di 2.35 è allarme rosso, qualcuna parla già di una prossima “battaglia di Milano”. Riapre l’ospedale di emergenza in Fiera. Nel suo ruolo di città metropolitana di livello europeo ad alta densità abitativa – l’unica in Italia -, non può evitare di essere al centro dei grandi eventi nazionali: sia belli che brutti. Sembra quasi che lei lo sappia perfettamente, e che non possa abdicare né scegliere un profilo basso.

Le era andata relativamente bene al primo giro, i contagi erano cresciuti proporzionalmente meno che alle vicine Bergamo e Brescia. Tanto che la strategia di febbraio dei suoi amministratori si era rivelata spavalda e avventata, si pensava ancora di proporre il profilo vincente della “città che non si ferma”. Storia passata, sembra un secolo fa. Ma si deve imparare rapidamente dagli errori commessi. In questi mesi, Milano ha abbassato la testa e ha ripreso piano piano a lavorare per recuperare i punti persi. Fino a pochi giorni fa, quando arriva l’esplosione dei contagi, con il coprifuoco notturno.

Adesso è il momento che la città meneghina si riprenda di nuovo un ruolo guida per l’Italia intera, in un altro modo. Virtuoso, stavolta. Lo vogliono in tanti, c’è un tifo silenzioso che la spinge a proporre un modello di riferimento. Come lo è stato negli ultimi anni, nel suo rinascimento moderno non solo economico, ma anche di sviluppo sostenibile e pure di bellezza. Sì, Milano è diventata affascinante, ambita meta di turisti, ribaltando la sua immagine di città votata unicamente alla produttività e al lavoro. Abbiamo visto il quadro: mentre a Milano si costruiscono grattacieli e si ripuliscono parchi e navigli, a Roma le buche diventano voragini e i gabbiani si nutrono dai cassonetti strabordanti. Un’istantanea molto nitida delle nostre due città più grandi, mai così distanti tra loro.

In un certo modo, anche questa del Covid è una grande chance da non perdere: se Milano reagirà e indicherà la strada da seguire, sarà un segnale molto forte per tutti.

L’aspettativa è alta, quando sei leader non ci sono sconti. Ma la gente di Milano, io ne sono convinto, è pronta ancora una volta. Il suo tessuto sociale ed economico è sano: ora tocca ai suoi rappresentanti politici e amministrativi essere all’altezza della situazione e di una storia gloriosa.

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