E va bene questo desiderio insopprimibile di fare comunque festa, ogni volta che capiti l’occasione. E va bene il rito ormai consolidato delle notti magiche, sempre e a prescindere. Ma chi lo dice agli italiani, adesso che sono già in euforia totale, sguazzando nei superlativi, che abbiamo battuto l’Albania? Torno a dire, perchè mi pare stia sfuggendo la questione: Albania. Vale a dire una squadra cui vogliamo tanto bene, per i fraterni rapporti che ci legano, ma oggettivamente una di quelle squadre che quando hanno la palla digitano sulle ricerche Google cosa farne.
E allora. Bene la vittoria, perchè è sempre meglio di una sconfitta. Però raffreddiamoci un attimo. In primo luogo, procedano a bollori spenti i giornalisti e gli opinionisti Rai, che stanno raccontando l’avvenimento come lo sbarco sulla luna. Ragazzi, calma: va bene che siamo gente di regime, che dobbiamo tenere alto l’ottimismo della popolazione, ma ci sarebbe un limite. Quanto meno, se per caso arriviamo in finale, rischiamo di arrivarci spompati e con l’epica in riserva.
Arrivano Spagna e Croazia, due squadre che sì, davvero, diranno più attendibilmente cosa è questa Italia di Spalletti. Quanto è. Se però interessa soltanto fare i patrioti tanto al chilo e scatenarsi nella notte magica dei clacson, non abbiamo bisogno di vedere le partite. A essere obiettivi, per come è andato il secondo tempo con l’Albania, più dei clacson sarebbero campane a morto.