di JOHNNY RONCALLI – Ecco, qualcuno penserà, prima scaglia pietre acuminate e poi accorre verso la vittima a lenire le ferite.
Ecco, non proprio, non esattamente.
Continuerò a fare lo slalom per schivare le apparizioni della signora Paola Ferrari, signora di Rai Sport, almeno fino a quando finalmente se ne andrà (dopo i Mondiali, secondo annuncio), ma un’ammenda gliela devo. Per eleganza, per cavalleria o più semplicemente per rispetto: lo faccio doverosamente per non aver tenuto nella giusta considerazione una sua malattia passata sottotraccia, almeno al sottoscritto, e non è un merito.
Un carcinoma facciale non è uno scherzo, non può esserlo nessun carcinoma, e il sarcasmo nei confronti dei continui rinnovamenti fisici della signora, almeno quello, mi fa ora un po’ arrossire, per il semplice motivo che non si scherza sul bilico al quale è sospesa la nostra vita a causa della malattia. E, quantomeno, se si gioca e si ironizza anche su quel volto iperilluminato e chirurgicamente accomodato, occorre pure avere l’onestà di raccontare delle sofferenze di quel volto.
Il costo dell’ammenda non è poi così alto, perché mi pare onesto e rispettoso. E né l’orgoglio, né l’integrità, né la coerenza avverto intaccate. Così, almeno, cerchiamo di essere qui ad @ltroPensiero.net
Ravvedersi o correggere l’errore sono solo armi a disposizione nell’arsenale dell’intelligenza, credo, per aggiustare la mira e colpire in modo più giusto, onesto, oltre che signorile. Più vero, in fondo.
Ecco, di nuovo. La signora continuerò a evitarla, a trovarla antipatica, continuerò a provare insofferenza e avversione per l’insopportabile inadeguatezza giornalistica e per il provinciale divismo al quale la associo, ma, sorprendentemente, anche grazie a lei ho imparato qualcosa.
Chi l’avrebbe mai detto?
Non mi è mai piaciuta la coda di paglia. Bene fare ammenda, ma ancora meglio farsi una sciacquatina di bocca prima di parlare. Sbaglio?