ANDIAMOCI PIANO CON LA BORIA DA MEDAGLIA

di ALBERTO VITO (sociologo e psicologo) – Come tutti ho gioito per i successi Italiani alle Olimpiadi (in realtà dovrei dire come quasi tutti, se ripenso a qualche articolo giornalistico comparso all’inizio della competizione, prefigurante la nostra disfatta).

I trionfi sportivi fanno sicuramente un gran bene. Si rafforza l’identità nazionale e l’entusiasmo, così importante dopo un periodo molto buio, danno gioia ed emozioni; fanno intravedere un’ Italia molto diversa e assai migliore di quella raffigurata in tanti stereotipi. Abbiamo tanti giovani rispettosi delle regole, capaci di sacrifici, umili, riconoscenti verso famiglie, insegnanti e compagni, corretti e pure simpatici assai.

Ciò che mi ha maggiormente colpito è il dato che tantissime medaglie provengano dalla provincia, dal Sud, da luoghi poco dotati di infrastrutture e spazi adeguati, distanti dal clamore mediatico. Il fatto che quasi tutti questi atleti facciano parte di squadre sportive finanziate dallo Stato significa che funziona bene anche la rete capace di scovare e valorizzare i giovani talenti.

Certo c’è sempre un rovescio della medaglia, per quanto nobile sia il suo metallo. Bastano i trionfi sportivi a farci essere grandi? Abbiamo risolto i nostri problemi strutturali, amministrativi, culturali? Ovviamente no.

Per tornare con i piedi per terra, basti pensare ad esempio che al posto della sindaca di Parigi avrebbe potuto esserci la prima cittadina di Roma, a raccogliere il testimone per i prossimi Giochi. Oppure basti pensare ai tanti ristoratori e sindacalisti della scuola che a vanvera confondono la necessità di evitare le nuove varianti del covid con le limitazioni della libertà.

Le Olimpiadi sono appena finite, ma guardandoci in giro non mancano di certo gli spunti per evitare di montarci la testa. Manteniamo il senso della misura, per favore.

 

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