Rodri, all’anagrafe Rodrigo Hernández Cascante, si è aggiudicato il Pallone d’Oro 2024. In due anni, il ragazzotto nativo di Madrid, si è reso assoluto protagonista della vittoria in Champions League con il suo Manchester City nel 2023 e quella nell’Europeo di questa estate con la sua Spagna, aggiudicandosi anche il premio come miglior giocatore della competizione.
Un titolo pressoché meritato, a cui aggiungere complimenti, auguri, felicitazioni e, se vogliamo, pure una citazione in stile Riccardo Garrone, dalla serie “e anche questo Pallone d’Oro ce lo semo levati dalle pal*e”.
E invece no. Perché, come sempre, da ogni cosa ne deve scaturire una polemica inutile e facinorosa. Avete presente il secondo classificato, tale Vinicius Jr., per gli amici Vini? Ecco, di vini deve averne bevuti parecchi perché insieme al suo club d’appartenenza, il Real Madrid, ha messo su un putiferio che poteva decisamente risparmiarsi. Sia lui che il Real, saputa in anticipo la notizia, hanno disertato la cerimonia, mostrando una grandissima e spiccata sportività. Non contento, è andato sui social a scrivere “Lo farei dieci volte se necessario. Non sono preparati a ciò che posso fare”. A cosa si riferisse, non ci è dato saperlo.
Come se non bastasse, il brasiliano era così convinto di vincere che prima – nel Clasico contro il Barcellona perso 4-0 – risponde ad una provocazione di Gavi dicendogli “sì, sì, io intanto lunedì vado a prendermi il Pallone d’oro” e, successivamente, prenota hotel e jet privato per far festa con i suoi amici a Parigi. Ovviamente, tutto annullato in un secondo momento.
Ciliegina sulla torta, per mantenere fede alla moda del 21° secolo, qualcuno ci ha infilato in mezzo pure il tanto abusato razzismo per giustificare il mancato trionfo. Insomma, una commedia grottesca che, più che insinuare dubbi sul sistema e sul metro di giudizio, ha descritto bene la levatura dei protagonisti in causa.
Ora, a me importa meno di zero chi abbia vinto o dovuto vincere il Pallone d’Oro; sia Rodri che Vinicius lo meritavano e possiamo discutere quanto volete su chi lo meritasse di più. Ma il discorso è un altro, per niente nuovo, tra l’altro: non si reagisce così ad un secondo posto. Una sconfitta, in qualsiasi ambito o contesto, va accettata, nello sport come nella vita. L’umiltà e la sportività stanno alla base di tutto. Il Real Madrid avrà pure vinto 15 Champions League, ma non avrà mai un peso maggiore rispetto agli altri club sul criterio di una scelta. Disertare è stata una caduta di stile gigantesca; una manica di viziati, forse troppo abituati a vincere e dominare, che danno in escandescenza solo per aver visto il loro fuoriclasse piazzarsi nel gradino medio del podio. Neanche alle elementari ormai si assistono a tali sceneggiate.
Vini può anche essere un grande calciatore, nessuno lo discute: ma, ad oggi, ha dimostrato di essere soltanto il Pallone d’oro dei burini.