Sono un devoto di Giacomo Leopardi, è l’autore che ho portato persino all’esame di maturità, per cui confesso subito d’essere molto di parte. Mi sono imposto comunque di guardare la fiction di Rai1, preparandomi con tutte le precuzioni possibili, concedendo tutte le attenuanti, dai tempi ristretti di un racconto in due puntate, all’esigenza di rendere un personaggio così complesso quanto meno attraente per il pubblico di una fiction, comunque all’innegabile necessità di procedere per sommi capi.
Eppure, nonostante tutte queste premesse difensive, il risultato si è rivelato ugualmente disastroso: mi sono alzato con la tentazione di chiamare il 112. Vedere un simile artista – un simile cervello – ridotto esclusivamente a un mezzo maniaco sessuale, frustrato per di più dai continui insuccessi amorosi, ha solo fatto del male alla sua illimitata grandezza.
Ci raccontano che queste fiction non vanno prese alla lettera, che servono comunque ad avvicinare un pubblico nuovo alla cultura più alta. Si prendono anche la briga di avvertire che “il racconto è liberamente ispirato”, che non vuole essere fedele e rigoroso, così da mettersi la coscienza in pace preventivamente.
Qualunque cosa dicano, comunque, possono risparmiarsela: Leopardi e le sue opere non hanno guadagnato niente da questa operazione ruffiana. Ci lamentiamo sempre perchè tanti geni finiscono lentamente nel dimenticatoio. Se così è per Leopardi, dopo questa roba che vorrebbe riproporlo e rivalutarlo diventa forte la convinzione che sia comunque meglio ignorarlo. Meglio un bel dimenticatoio che una pessima fiction.
Caro Gatti, io ho deciso di non guardarlo, avevo troppa paura. Del resto dalla tv mi aspetto molto, ma di negativo purtroppo. Quel poco di positivo lo trovo rannicchiato in un cantuccio raramente e sempre dopo le 23. Mi spiace molto per Leopardi ma mi consolo. Lui farebbe di questo vilipendio una poesia straordinaria sulle miserie dell’uomo.