VENEZIA E’ UNO SPETTACOLO CHE SI PAGA

di PIER AUGUSTO STAGI – Che lagna in laguna. Non se ne può più, o come avrebbe detto e cantato Rino Gaetano, “nuntereggae più”. Non i veneziani, ormai pochi, sfiniti e finiti, ma chi in laguna ci va da turista per poi lamentarsi per i costi di un cappuccino o di una spremuta d’arancia.

È la solita litania, ormai social: scontrino in bella mostra a documentare il costo di 9 euro nove per un cappuccino e 12 euro dodici per una spremuta d’arancia. Segue ennesimo servizio a “Diritto e rovescio” su Rete 4, trasmissione curata e condotta da Paolo Del Debbio. Scontrini e scontrosi, che lamentano il furto, nonostante fuori ci siano in bella mostra i prezzi.

Con questo, il discorso dovrebbe essere chiuso sul nascere: leggi e se ti va entri. Ma il discorso è anche un altro, e riguarda Venezia e forse l’Italia tutta. Non è una città come le altre, non è da considerare nemmeno esclusiva, ma molto più semplicemente unica, con buona grazia di Amsterdam o di Annecy. Venezia è lì da vedere, con la sua storia, la sua eleganza, la sua decadenza, ma anche le sue fragilità. È una città con l’acqua alla gola, in tutti i sensi. Da anni è in ginocchio per l’acqua alta e da mesi per il Covid-19. Il Mose avrebbe dovuto portare ossigeno e tranquillità. Avrebbe dovuto dare qualche certezza in più ad una cittadinanza che vive sommersa non solo nei propri pensieri, ma soprattutto nei propri guai. È una città esempio di civiltà e carica di storia e storie, che vive in un continuo stato di emergenza. Venezia è simbolo di un Paese: bella, bellissima, ma trascurata e vilipesa. Se ci fosse uno Stato, lo stato di Venezia forse sarebbe migliore. Il Mose conterrebbe l’acqua alta, e i cappuccini con annessi i succhi d’arancia sarebbero bassi.

Invece, i costi sono quelli che sono perché a Venezia paghi tutto: storia, eleganza, fascino e acqua alta. Chi si lamenta per il costo del cappuccino dovrebbe indignarsi di un Mose che non c’è, o di una Paese che è animato da troppi sommersi.

Per la cronaca, Venezia è di nuovo alle prese con l’acqua alta in piazza San Marco. Allagati i caffé Illy e Florian. A ben pensarci, 9 € per un cappuccino è anche poco.

Un pensiero su “VENEZIA E’ UNO SPETTACOLO CHE SI PAGA

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Egr.Dott. Pier Augusto STAGI,
    Troppo chiaro quanto lei scrive.
    Non aggiungo “come sempre” affinchè non si monti la testa.
    Venezia, con tutti gli attributi che lei le riserva, od affibbia, se l’è montata da tempo immemorabile.
    Sia la testa, che tutto il resto.
    Prezzi compresi di “beni” che altrove sarebbero somministrati senza rischi di ….colpi, apoplettici o di ben altra natura non sta a me specificarlo.
    Un tale (non ricordo chi fosse, ma non certo un idiota) disse “È il mercato, bellezza”.
    A buon intenditor poche parole, e meno ancora a chi capir non vuole.
    Cordialmente.
    Fiorenzo Alessi

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