di FRANCESCO BOZZI e PIERLUIGI MONTEBELLI – Finalmente dopo un anno sta per scattare l’ora X, anche se da noi sarà l’ora Z. Nel mondo infatti le vaccinazioni sono già cominciate, in Europa cominceranno a breve, da noi cominceranno dopo.
In ogni caso fra non molto ci cominceremo a vaccinare, e così, forse, tutta questa pandemia mondiale potrebbe trasformarsi in un brutto ricordo.
Qualcuno ha sollevato dubbi sui possibili effetti collaterali che potrebbero insorgere fra 10 o 15 anni, ma di una cosa siamo sicuri, ce li racconterà la Regina Elisabetta.
È stato un anno laborioso per i ricercatori di tutto il mondo, ma la corsa al vaccino ha prodotto i suoi risultati, ed ora abbiamo solo l’imbarazzo della scelta.
Il più pubblicizzato al momento è quello della Pfizer, che ricorda il nome di un’attrice, anzi potrebbero prendere proprio lei come testimonial: Michelle Pfizer.
Oppure Astra Zeneca, che sembra una macchina della Opel: una bella Astra Zeneca Full Hybrid , il vaccino a emissione zero.
Fino ad arrivare ai cinesi, che ne hanno prodotti ben 5. Hanno pure il menu dei vaccini: il vaccino primavera, il vaccino al vapore, quello in agrodolce e il vaccino alla cantonese.
Senza dimenticare il potentissimo vaccino russo: unico effetto collaterale del siero, già verificato, sarà l’irrefrenabile impulso di votare a vita per il buon Vladimiro.
Comunque, è stata la guerra delle percentuali: il mio è sicuro al 90%, il mio al 92%, il mio al 94%, rilancio al 95%… Ad un certo punto ci si aspettava il solito esagerato che facesse “all-in”.
Senza contare tutte le scaramucce a mezzo uffici stampa, che facevano trapelare notizie sull’efficacia dei vaccini. L’ultima è stata Moderna che ha dichiarato che il suo previene totalmente il virus, lasciando intendere che gli altri, al contrario, hanno un raggio d’azione ben più limitato. Pfizer ha risposto prontamente alle velate accuse, con una nota ufficiale del suo comitato tecnico scientifico: “Non mi hai fatto niente faccia di serpente…”
Insomma, la parola del 2020 è sicuramente vaccino.
Se googli “Vaccino” per saperne di più, appena scrivi “Vacc”, l’algoritmo però fa uscire il nome di “Gianluca Vacchi”. Che sia lui l’antidoto al Covid? Come effetto collaterale inizi a ballare o magari ti spuntano gli addominali.
Un altro cognome che piace tanto all’algoritmo è quello di Arcuri, il nostro Commissario straordinario. L’aggettivo “straordinario” è decisamente appropriato, dato che solo una persona straordinaria riuscirebbe ad adempiere a tutti i compiti che gli sono stati affidati. Hai un problema da risolvere? Chiedi ad Arcuri: vaccini, mascherine, siringhe, banchi a rotelle, Ilva, Invitalia… manca il quinto per il calcetto? Arriva Arcuri, gioca in tutti i ruoli.
Sono emersi dubbi su taluni rapporti commerciali intrapresi da Arcuri con la Cina per l’approvvigionamento di mascherine, quando invece l’unico vero problema su cui indagare, data la propensione dei cinesi a sostituire le R con le L, era la pronuncia del cognome Arcuri.
Comunque, tutta Europa si sta preparando alla vaccinazione: i francesi sono già pronti con i corsi da sommelier di vaccino analizzandone gusto, il bouquet, la sapidità e trasparenza. La Merkel ha già organizzato l’Oktoberfest del vaccino. E l’Italia come si sta organizzando? L’Italia farà i gazebo a forma di fiore.
Il fiore sarà il simbolo della campagna di sensibilizzazione per i vaccini, così gli indecisi potranno fare “mi vaccino non mi vaccino” coi petali.
Aveva ragione Sergio Endrigo, per fare un vaccino ci vuole un fiore.