UN’ORCHESTRA SENZA MUTI

di JOHNNY RONCALLI – C’è tutta un’orchestra schierata sul palcoscenico a cantarle e a suonarle al malefico tiranno là fuori.

I violini e l’arpa ad esempio accompagnano melensi l’invocazione andrà tutto bene. Tipico loro. Ora che tutto è andato male insistono con miele e zuccherini. I flauti non son da meno, intendiamoci, anzi.

I tromboni fanno opposizione. Così i timpani e il basso tuba. Disfattisti, catastrofisti spesso retroattivi. Io lo avevo detto, ce la siamo cercata, non ne usciremo mai, aveva ragione Murphy, quello della legge, non Eddie.

Le trombe no, quelle sono specializzate in annunci, proclami e decreti ufficiosi. Hanno pure i piatti e il gong a dar manforte. Si deve uscire, si deve entrare, l’economia deve ripartire, le mascherine? Quelle lì non vanno bene, servono quelle smart, e col bluetooth. E poi, con l’Avigan si risolve tutto…e via andare.

I corni poi, forti quelli. Per natura superstiziosi, inclini al complottismo, al pipistrello fuggito dal laboratorio. Le cantano, ma da bravi scaramantici, a ben guardare, mentre le cantano tengono la mano ben posizionata in zone strategiche. In coda al supermercato o fuori dalla farmacia abbondano. Su feisbuk e su uozzap non parliamone.

Il triangolo, ecco, mi piace parlare del triangolo. Timido, spesso saggio, ma per natura schivo e circospetto. Dice piano e dice poco, ma vorrebbe dire ancor meno e ancor meno vorrebbe dicessero tutti. In genere un tipo realista, ma al quale non fa difetto un pizzico di malinconico ottimismo. Lui sì che l’aveva detto, ma nessuno se n’è accorto. E nessuno se ne accorgerà poi. È proprio come nell’orchestra, a un certo punto devi intervenire, ma di lì a poco il frastuono ti ha già inghiottito nuovamente.

Ci sarebbe da dire dei clarinetti che infiocchettano tutto e mandano carezze su e giù. Sono gli ottimisti, meno melensi dei violini, ma anche più incoscienti, con un filo di boria malcelata. Son quelli che, pur senza sbraitare, dicono che bisogna allentare le restrizioni, non vedono l’ora di lanciarsi in questa benedetta fase 2. Sono certi sarà un bel tuffo dal trampolino. Resta da sperare che qualcun abbia riempito la piscina.

I rullanti stavo dimenticando, diamine, i tamburi militari. Sono, benemeriti, quelli che…avanti marsch! Gli alpini per intenderci, suonano la carica, ma poi alla carica ci vanno davvero.

E poi il piano, posso mica dimenticare il piano. Se ne sta un po’ in disparte, come fosse sul trono. Solido, consapevole che prima o poi tutti giriamo la testa per aver conferme e trarre un po’ di coraggio, dice le cose giuste, quelle che vanno dette e che in fondo ci aspettiamo. Mattarella, insomma.

Nel complesso, un bel fracasso, non c’è che dire.

Quel che manca è un direttore d’orchestra, uno di quelli bravi, che indichi ora tu, ora lui, ora voi, che bacchetti tutti e ogni tanto a tutti dica….Muti!

2 pensieri su “UN’ORCHESTRA SENZA MUTI

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