UN’INTERA SERATA RAI2 PER LA FERRAGNI: GAME OVER

di CRISTIANO GATTI – Non facciamoci distrarre da questa seconda ondata di Covid. In data lunedì 12 ottobre ci attende un memorabile appuntamento, canaglia chi se lo perde: tutta un’intera serata di Rai2 (prego prendere nota: non ho detto TeleLadispoli) dedicata a Chiara Ferragni. Come a Madre Teresa, o giù di lì. Prima il così definito docufilm  “Unposted”, dedicato alla vita e ai trionfi della così definita fashion influencer. Subito a seguire, e che nessuno pensi di cambiare canale, un’intervista diretta, condotta dalla nota anchorwoman Simona Ventura. E ho detto tutto.

La notizia, in sé, non avrebbe bisogno di commenti. Ciascuno è libero di vedersi la maratona su Rai2 o di girare debitamente alla larga. Tanto meno c’è qualcosa contro Chiara Ferragni, che evidentemente fa benissimo il suo mestiere.

Eppure ci sono casi in cui il commento è un dovere civico. Perdere la sensibilità di fronte a certi fatti della vita in fondo significa ritrovarsi in anestesia, o peggio ancora significa morire un po’. Almeno moralmente.

In questo caso, la ribellione è tutta rivolta alla Rai, cioè alla televisione di cui siamo azionisti in quanto cittadini italiani. E d’accordo che se ne sono viste di peggio, e d’accordo che ormai il servizio pubblico ha totalmente abdicato al suo sacro ruolo di servizio pubblico, ma dedicare un’intera serata a una tizia che nella sua vita guadagna montagne di soldi incoraggiando la gente al consumismo più costoso, ecco, già questo è di per sè un serissimo motivo per non lasciarla passare come niente fosse. Di più: con questa celebrazione a spese nostre, la Rai arriva al punto estremo di esibirla come modello di successo sociale, perchè no da idolatrare, o per quanto possibile almeno da imitare.

E’ accettabile tutto questo? Per me, no. Sarà che in questo periodo di ritorno nell’incubo-Covid ho un po’ il morale sotto i tacchi e ben altro per la testa, ma questa cosa mi smuove i pensieri peggiori. Forse sono un caso patologico, isolato e trascurabile. Eppure continuo a pensare che un moto di indignazione condivisa, facendo girare la voce, diventerebbe quanto meno un segnale assordante ai cervelloni del servizio pubblico. Sul silenzio loro ci campano, perchè lo considerano silenzio-assenso. E consenso. Ma una serata per Chiara Ferragni, su Rai2, non è e non può essere una cosa normale. Non può esserlo nemmeno in questi tempi di svacco globalizzato. Se non altro, facciamo girare un po’ di sana rabbia collettiva. La speranza è riposta in quelli che ancora riescono a provarla, almeno un po’.

2 pensieri su “UN’INTERA SERATA RAI2 PER LA FERRAGNI: GAME OVER

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Egr.Dott. Cristiano GATTI,
    sono tra coloro , credo e spero la silenziosa maggioranza, ai quali lo “svacco globalizzato” piace come a chi regge le sorti del servizio a nome RAI può piacere – tanto per restare sullo svacco di cui sopra – una supposta alla nitroglicerina .
    Confidando che il pensiero , più maligno che malizioso, non mi valga un ingresso , trionfale oltre che dirompente, proprio tra la genia dei cosiddetti influencer .
    Peraltro , avendo dei dubbi sul fatto che la rabbia, più che collettiva possa essere “sana” , opterei per …far girare qualcosa d’altro .
    Magari la testa: non certo per le magniloquenti esternazioni che potranno scaturire da una trasmissione di cotanto interesse , ma per una serie a due mani del tipo BUD SPENCER di quelle che , più comunemente e di certo più prosaicamente, vengono definite SBERLE.
    Ovviamente, visto il bonario attore- colosso che mi…influenza , si fa per scherzare : tra deflagrazioni del lato B e potenti sganassoni non vorrei mai apparire come un portatore sano di rabbia .
    Non di quella da Lei evocata ed auspicata , ma della razza che ti assale quando ti rendi conto che non c’è mai un limite al peggio.
    Cordialmente.
    Fiorenzo Alessi

  2. Eleonora Ballista dice:

    Però la Ferragni è innegabilmente un fenomeno globale.
    Potrà anche non piacere, certo, né lei né il fatto che sia un fenomeno. Ma tant’è.
    E forse la sua storia in prima serata su una rete nazionale andava presa come una puntata di Superquark.

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