UN’INDIMENTICABILE BREXIT MADE IN ITALY

di TONY DAMASCELLI – Battere gli inglesi a Wembley. E diventare campioni d’Europa. Che altro chiedere alla vita? Beh, ce lo hanno regalato Roberto Mancini e la sua orchestra, notte bellissima, dolce in fondo dopo l’amaro dell’avvio, centoventi secondi di sbandamento e poi l’angoscia e poi l’ansia e poi la paura di non trovare più l’Italia che conoscevamo, smarrita tra errori infantili e una indisciplina tattica senza spiegazioni.

Dopo il gol di Shaw gli inglesi non hanno più tirato in porta, il loro superiority complex li ha fregati, con il passaporto della morte fra i denti ci siamo ridestati, il pareggio di Bonucci è stato un atto di fede e di ribellione a noi stessi e alla pochezza avversaria vestita di arroganza.

I supplementari hanno aggiunto sofferenza, uscito Immobile, nomen omen, sparito Barella, reduce di se stesso, la squadra si è come raggrumata meglio e in difesa Chiellini ha ricordato il Cannavaro del mondiale tedesco.

Grande Italia, dunque, e grandissimo Donnarumma che ha ipnotizzato i due inglesi messi dentro da Southgate proprio per battere i rigori: Sancho e Rashford.

Campioni d’Europa più forti della regina Elisabetta e del principe Williams, di Tom Cruise e dei soliti gufi nostrani che altro non aspettavano che la nostra sconfitta per salvare le loro mediocri coscienze.

La Coppa arriva in Italia da Londra senza bisogno della quarantena. Agli inglesi lasciamo un biglietto di prenotazione per le prossime edizioni di Mondiali ed Europei, dopo cinquantacinque anni speravano di avercela finalmente fatta. Invece è Brexit anche in finale. Peccato per loro, il sogno continua. Noi facciamo festa, un’estate italiana così non l’avevamo immaginata nemmeno al bar con gli amici.

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