UNA TANGENTE PURE PER L’ETERNITA’

di JOHNNY RONCALLI – Spiace che a raschiare il fondo della bara sia una persona che porta un tale cognome.

Cosimo De Roberto, omonimo, per cognome, dell’autore di uno dei più importanti romanzi storici italiani, “I viceré” (1894, Federico De Roberto), si crede Dio. O quantomeno, per l’appunto, il suo viceré. E non potendo disporre delle vite dei suoi concittadini, prova a disporre della loro morte.

Il De Roberto Cosimo sarebbe l’ex direttore dei cimiteri di Palermo e la vicenda in causa riguarda in particolare il cimitero dei Rotoli, dove l’emergenza sepolture è cronica, si parla di centinaia di salme in attesa. L’eternità comincia qui, per loro. E allora, perché non trovare il modo di ottimizzare e guadagnarci qualche soldo. Ormai i morti sono morti, che differenza fa?

La differenza sta nel fatto che già da vivi si può essere morti, defunti per spirito, umanità, pietà. L’ordine cronologico delle sepolture allora si può sovvertire con un piccolo obolo, qualche centinaia di euro, più sono le centinaia, più la graduatoria si scala, e prima si approda finalmente all’eterno riposo.

Non ho alcun dubbio che la coscienza del direttore il riposo lo trovi con facilità, uno che pensa di fare soldi sul momento finale, sul giaciglio estremo, deve sentirsi molto sicuro di sé e penso che magari si professi pure devoto e timorato di Dio, da bravo viceré. Come insegna il suo ben più nobile omonimo, chi si arroga il diritto di disporre degli altri, vivi o morti che siano, si crede al riparo da giudizi e legittimato a mentire, pure a sé stesso, in nome di una autorità autocertificata.

Qui non c’entra neppure il Covid, in Sicilia ne hanno sentito parlare, più che altro, e le indagini erano ampiamente in corso già a febbraio.

Siamo realmente al fondo del barile, senza possibilità di risalita, se nemmeno i morti e le loro famiglie possono riposare in pace, se diventano merce di scambio per quattro luridi soldi.

Lui, il viceré, magari in pubblico presenterà scuse, più probabilmente dichiarerà la propria innocenza in quanto vittima di un complotto o di un malinteso, ma in definitiva nulla mi toglie dalla testa che rifarebbe tutto tale e quale, per diritto acquisito.

A voler raschiare la sua coscienza, converrebbe munirsi di lanterne più di Diogene, perché profondamente immersa nelle tenebre. Dell’uomo nessuna traccia .

Un pensiero su “UNA TANGENTE PURE PER L’ETERNITA’

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Caro dott. JOHNNY RONCALLI,
    La vicenda è di una desolazione sconfinata.
    Capace di procurarmi una rabbia altrettanto sconfinata.
    Sarò fissato con il MANZONI, ma chissà perché , ferma restando la presunzione di non colpevolezza che non si nega a nessuno, di fronte a simili porcate (mi scuseranno i porci per il paragone che vale a sminuirli alquanto) , mi viene in mente FRA CRISTOFORO con il suo indice puntato e quel potente “..VERRÀ UN GIORNO..”.
    Verrà, verrà, sia fiducioso anche il sig. De Roberto Cosimo.
    Fiorenzo Alessi

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