UNA SEDIA PER ERDOGAN

di CRISTIANO GATTI – Alla fine la signora Von Der Leyen ha trovato da sedere. Un posto niente male, adeguato alla sua persona e al suo ruolo. E anche al suo sesso femminile.

Da settimane ormai la pensavamo in piedi, anima in pena, così rimasta dopo il volgare sfregio di Erdogan in Turchia, che non aveva previsto un posto per lei, limitandosi a riservarne uno soltanto per il presidente del consiglio europeo Michel, da parte sua soddisfatto della cosa e per niente sensibile all’offesa della compagna di viaggio. “Offesa come donna e come europea”, aveva specificato la Von Der Leyen, rimarcando quanto indietro e tenebroso ancora sia il cammino dell’umanità, di una bella fetta dell’umanità, verso la sostanza della vera giustizia e della vera libertà. Donna, una sedia per te non è prevista, piazzati dove vuoi e vedi di non rompere l’anima, perchè noi uomini abbiamo da lavorare.

Rieccola di nuovo in una fotografia ufficiale, la presidente del governo europeo tifosissima dell’Italia e degli italiani, ancora circondata dalla pompa degli incontri al vertice, stavolta però seduta da pari a pari, su una sedia modello trono, uguale alla sedia del suo interlocutore, che l’accoglie e la ospita senza notare se sia maschio o femmina, senza notare nemmeno quanto importante sia la sua carica, perchè la tratta semplicemente come persona gradita, una sorella e un’amica.

Certo, per arrivare a tanto la Von Der Leyen doveva arrivare da Papa Francesco. Ma alla fine ce l’ha fatta. Come donna e come europea. Alle volte certi gesti e certi attimi contano più di tutti i proclami. Davanti al Papa, la signora s’è tranquillamente seduta nella civiltà.

Chiaramente non c’è bisogno di una sedia per chiarire la differenza tra il Papa e Erdogan. Ma dopo tutto può bastare anche una sedia.

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