Dunque, ricapitolando: nel club partenopeo che una settimana fa ha strapazzato 6-0 il Genoa, nella cui rosa sono stati successivamente accertati 14 contagi del virus Covid-19, i tamponi effettuati in settimana rilevano che i calciatori Elmas e Zielinski sono positivi. A seguito di questo accertamento, la ASL di Napoli invia un documento in cui si parla di necessità di “isolamento fiduciario” per 14 giorni. In barba ai protocolli della Federazione e della Lega Calcio (“Se un club ha 13 giocatori disponibili, deve presentarsi al campo”), la squadra di De Laurentiis viene bloccata mentre è in viaggio verso l’aeroporto di Capodichino in direzione Torino, successivamente il Napoli comunica che il divieto di affrontare la trasferta è arrivato proprio dalla ASL (il che non è vero). La Juventus replica con un altro comunicato, confermando che si presenterà regolarmente al fischio d’inizio. Secondo le normative FIGC e Lega, sarebbe 3-0 a tavolino per i bianconeri. Federazione e Lega però traccheggiano, prima confermando la partita poi prendendo tempo.
Mentre scriviamo, è immancabilmente tutto in alto mare. No, ho sbagliato: è tutto in alto mare a prescindere. Anche mentre non scriviamo. Nel regno dove ognuno fa quello che gli pare, tutto può succedere o non succedere.
Comunque vada la questione della partita, diatribe, polemiche e bufera non finiranno nella giornata di domenica. Protocolli e decreti servono se fanno comodo, la pandemia nel pallone (che rischia in ogni caso uno stop al campionato, dato il propagarsi dei contagi in maniera preoccupante) non è un problema: è un’opportunità, ghiottissima per furbetti e opportunisti, disarmante per chi ha buonsenso e lealtà.
Bastava una telefonata tra De Laurentiis e Agnelli, magari in videochat con Federazione e Lega, per affrontare seriamente la questione. Ma è troppo più semplice, comodo e redditizio decidere per conto proprio: il sasso nello stagno è gettato, per il resto si vedrà. Arrangiatevi.