UNA CONSOLAZIONE: DA OTTOBRE QUESTI NANI DELLA POLITICA SARANNO 345 IN MENO

Viva l’Italia: finalmente abbiamo buttato fuori a calci nel didietro un altro servo dell’America e dei poteri forti, un tecnocrate cinico e spietato che se Dio vuole la smetterà di farsi gli affari suoi alla faccia degli italiani. Dopo Monti, alla porta pure Draghi: via questi ottusi ragionieri, incapaci di capire e governare la politica. Grazie al Cielo, torna in campo la politica vera, autentica, alta, quella dei Salvini e dei Letta, dei Conte e pure degli ultimi genialoidi saltati fuori, pronti a cambiare tutto senza guardare in faccia nessuno, tipo Calenda, che si autoqualifica candidando la Moratti alla Lombardia, pensa quant’è nuovo e originale e diverso dagli altri.

Come ha detto De Luca, governatore campano che ci piace liquidare come pittoresco Pulcinella, “se mandiamo a casa Draghi noi italiani facciamo la figura dei disturbati mentali”. Ecco, appunto. Pulcinella riassume a modo suo il momento e la questione.

Basta rivederla durante lo storico e suicida dibattito parlamentare, la politica professionista e professionale che si riprende in mano il gioco, strappandolo dalle temibili mani del dilettante allo sbaraglio Mario Draghi. Sfilano i volti di sempre, dalle Santanchè ai Paragone eccetera eccetera, tutti puntualmente convinti di essere nuove Nilde Iotti  e nuovi De Gasperi, anzi meglio, perchè meno servi di quelli. Ciascuno a modo proprio, sono visibilmente compiaciuti dei loro acrobatici e astrusi sofismi tecnici, lontanissimi galassie dalla realtà del Paese reale, convinti tuttavia di spupazzarsi le nostre vite e i nostri destini dall’alto di una strategia sofisticata e raffinata, tant’è vero che nessuno là nel popolo la capisce, ma pazienza, la colpa è del popolo che proprio non ce la fa, loro hanno idee grandiose e chiarissime, se la veda un po’ il popolo di elevarsi al loro livello.

Nella pena ansiogena di questo momento buio, resta acceso soltanto un lumicino. Poca cosa, pochissima, ma alle volte nel naufragio bisogna aggrapparsi all’unico asse che passa, per restare a galla. In questa giornata surreale e invereconda, in cui un Parlamento ha demolito le quattro mura che tutti a fatica eravamo riusciti a erigere, resta in piedi una certezza. Una sola, ma per niente male: da ottobre, quando ci hanno imposto di votare, 345 su 945 di questi politici nanerottoli non li rivedremo più. Entra in vigore la cura dimagrante che abbiamo deciso tempo fa, la famosa riduzione del numero dei parlamentari vista come il fumo negli occhi dalla maggioranza dei parlamentari.

Non dobbiamo illuderci: non sarà niente di decisivo e di risolutivo. Per fare certi danni, di questi qui ne basta un numero esiguo, tanto sono fenomeni. Però sarà già qualcosa il solo colpo d’occhio: vederne in giro per Roma 345 in meno sarà già un sollievo. Non per il risparmio di soldi, che comunque ci sarà: ma per il drastico risparmio di mediocrità che finalmente l’Italia ha saputo concedersi.

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