Liquidato il mai amato Southgate, sopravvissuto per caso alla sconfitta nella finale europea del 2021 contro l’Italia, nemmeno Lee Carsley ce l’ha fatta a convincere gli inglesi. E come avrebbe potuto? Una carriera modesta da giocatore svolazzando tra Derby County e Blackburn, Birmingham e Coventry con una capatina all’Everton, non era mai emerso nemmeno come allenatore essendo stato per 10 anni assistente, vice, ad interim (come a questo giro sulla panchina della Nazionale inglese).
A mosca cieca, la Federazione inglese si è buttata sul tedesco Thomas Tuchel, il terzo straniero di sempre a guidare i leoni della regina e ora del re dopo Eriksson e Capello. Tuchel, modestissimo calciatore interrotto a soli 24 anni per un grave infortunio al ginocchio, negli ultimi 6 anni con Chelsea, PSG e Bayern – con flop finale però – ha vinto campionati, coppe e Champions (una in 2 finali consecutive), quindi il migliore rispetto ai suoi più recenti predecessori sulla panchina dell’Inghilterra.
Eccolo qui, il problema: un tedesco sulla panchina dell’Inghilterra. Open heaven, apriti cielo. Un nemico a guidare i nostri eroi. Non stiamo parlando delle Guerre Mondiali, ma di calcio: i sudditi detestano i crucchi per colpa dello sport, non dei conflitti bellici. Il contratto partirà da gennaio, ma media, opinionisti, ex allenatori ed ex giocatori, tifosi soprattutto, si sono scagliati contro la Federazione (che tra l’altro ha beffato il Manchester United, sul punto di sostituire il deludente Ten Hag proprio con Tuchel). Il “Daily Mail”, per dire, alla notizia dell’annuncio ufficiale ha titolato: “Giornata nera per l’Inghilterra”. Né sono mancati gli sfottò della stampa di Germania, come la “Bild” che si è accodata: “La patria del calcio ora ha un padre tedesco, che pazzia!”.
Il quotidiano tedesco da qualche milione di copie di tiratura ha calato il carico di briscola: “Tra poco saranno passati 60 anni dall’unico titolo vinto dall’Inghilterra e quel successo nel 1966 fu possibile solo grazie a un errore arbitrale (in finale proprio contro la Germania, gol fantasma di Geoff Hurst, ndr). Dopo quell’episodio, la Germania ha vinto 3 Coppe del Mondo e 3 Europei. La disperazione sull’isola deve essere enorme se ammettono che adesso solo un tedesco può aiutarli. Un vero omaggio al nostro calcio”.
Soloni come Shearer, Lineker e Redknapp sono addirittura indignati. L’amor proprio dei Brexit affiora come schiuma torbida sulle acque britanniche. Una sola voce fuori dal coro, quella dell’ex bandiera dello United, Gary Neville: “Tuchel è un vincente e sa di poter lavorare con grandi giocatori. Il vero problema è che in Inghilterra non esiste un allenatore che abbia fatto qualcosa di unico: qui da noi hanno lasciato il segno tecnici arrivati da tutta Europa”. In particolare l’ultima generazione, aggiungiamo, è decisamente povera. Felice solo Harry Kane, centravanti del Bayern che la scorsa stagione aveva Tuchel in panchina: “Non vedo l’ora di lavorare con lui”, convocazione assicurata. Non potrebbe essere altrimenti, del resto, vista la penuria di centravanti inglesi oltre che di tecnici.
Il tema dell’integrazione o semplicemente degli stranieri all’estero è troppo delicato, ampio, attuale per poter essere in benché minima misura accostato a questa farsetta. Fa specie comunque il sentimento nazionalista di un popolo che si mangia le mani per aver chiuso le porte all’Europa, che per secoli ha colonizzato mezzo mondo, che ha dato al pianeta la sua come lingua madre, ma si adira per un commissario tecnico tedesco non a causa delle ignominie della storia dei due Paesi, ma per quella effimera di un pallone.