UN PO’ DI RISPETTO PER LA NOSTRA PAURA

di CRISTIANO GATTI – Se c’è una cosa più inquietante dell’AstraZeneca, è l’aria di superiorità e di fastidio con cui i grandi esperti stanno affrontando le nostre paure e le nostre ansie.

Su, basta con questi atteggiamenti ignoranti e infantili, il vaccino anglo-svedese è sicurissimo e non esiste alcun nesso di causa-effetto nei casi di tromboembolia: così ci dicono, senza nascondere la fatica di dover spiegare queste banalità a milioni di beoti che si prendono spavento per niente.

Naturalmente, ci può pure stare – anzi lo speriamo tutti, noi popolazione più ancora degli espertoni – che questo fra qualche giorno si rivelerà il classico spavento a vuoto. Ma adesso, dentro la nebbia generale, in cui non certo dei paranoici codardi, ma Paesi sovrani come Germania e Francia, persino produttori come la Svezia, vagano a tentoni, con molta prudenza e diciamolo pure con ammirevole scrupolo, appunto in questa incertezza generale persino gli espertoni potrebbero quanto meno comprendere i nostri timori e i nostri tremori.

Va bene, non abbiamo le competenze scientifiche per pesare l’evento, però nel dubbio la paura può starci, ci sta e secondo me ci deve pure stare. Dopo tutto, non sono solo ignoranza, viltà e paranoie: abbiamo i nostri precedenti e le nostre cicatrici, nell’anima. Un anno fa sempre i supertecnici dei ministeri e degli Istituti superiori sfilavano in tv, con la stessa supponenza e lo stesso fastidio, per spiegarci che le nostre paure erano ridicole, irrazionali, immotivate, perchè il Covid era un fenomeno lontanissimo, comunque non così grave, comunque controllabilissimo da noialtri fenomeni occidentali.

Sappiamo com’è andata. Inutile farla lunga, rivangare colpe eccetera eccetera. E’ solo per dire che noi paranoici di bassa lega conosciamo ormai anche le abitudini e i copioni che muovono le pedine a quell’alto livello: quando succede qualcosa di inquietante, il loro primo problema non è chiarire per bene e rimuovere i motivi dell’inquietudine, ma buttare il gettone nel jukebox e partire in automatico col disco, “niente panico, niente allarmismi, è tutto sotto controllo”. Io non mi vergogno a dirlo: anche stavolta, più dei casi di tromboembolia, a me ha allarmato l’immediata sfilata dei mega-esperti per tranquillizzarci. Non so perchè, ma dopo i giorni in cui questi stessi cervelloni commentavano spocchiosamente le immagini di Wuhan, adesso appena li sento con le loro rassicurazioni comincio a preoccuparmi. Riflesso istintivo. O forse è solo diffidenza di ritorno. Però è un sentore sinistro.

Poi per fortuna la ragione fa il suo lavoro: anch’io mi dico che è troppo presto per lasciarci prendere dal terrore, per scappare a gambe levate dall’AstraZeneca. O per augurarlo solo al peggiore dei nemici. O per regalarlo alla suocera. Come minimo, bisogna aspettare il mitologico “pronunciamento dell’EMA”, questa nuova divinità europea che stabilisce cosa ci fa bene e cosa ci fa male.

Nell’attesa, ci lascino però almeno il diritto di paura. Del resto, se io fossi uno delle migliaia e migliaia di italiani che hanno già in corpo la prima dose AstraZeneca, condividerei in pieno il loro brivido sottile. Magari solo un lontano pensiero, comunque qualcosa di freddo e sgradevole. In fin dei conti, per noi che non abbiamo la laurea in chimica o in biologia, questo vaccino è venuto alla luce con la cortese indicazione di non essere inoculato alle persone sopra i 65 anni. Mancanza di sperimentazione, ci hanno spiegato: e va bene, niente di preoccupante. Però poi arrivano i casi di morte per tromboemobolia: e va bene, nessun nesso dimostrato. Ma porca miseria, avremo almeno il diritto di provare un moto spontaneo e incontrollabile di terrore. Ci spiegano che con i vaccini un minimo di dubbio resta sempre, ma questo caso è un po’ diverso: tant’è vero che Paesi evoluti, nel dubbio, l’hanno sospeso. In attesa di accertamenti. Bene, bravi, applausi: meglio uno scrupolo in più che uno in meno. Però cerchiamo di essere leali: se tanti di noi sono in ansia, se parecchi rifiutano l’AstraZeneca, non raccontiamoci subito che c’è in giro una stupida paranoia. E’ solo una semplice, innocente, inevitabile paura. Punto e a capo. Pregando perchè sia davvero immotivata.

Andando a capo, lascio aperta una sola domanda: lo so, ingenua, stupida, fessa, ma siccome voglio essere sincero fino in fondo non posso nasconderla. Eccola qui: signori esperti, posso sapere perchè tutti i tragici casi di tromboembolia registrati sinora dopo il vaccino, dico tutti, sono arrivati dopo un solo tipo di vaccino, l’AstraZeneca? Può davvero darsi che sia soltanto una coincidenza, come certo mi spiegherete. Però è ben strana, come coincidenza.

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