UN LIBRO SULLA BANCARELLA, UNA DEDICA E IL VIAGGIO DEL PENSIERO

Pochi giorni fa ho comprato su una bancarella un libro usato. Quella delle librerie che offrono a prezzo scontato libri già letti è una tradizione che dura da tanto nel centro storico di Napoli e io, quando posso, come tanti, tra una sfogliatella e un caffè, passo del tempo piacevole cercando qualche chicca letteraria. Quando faccio questa passeggiata, non torno mai a mani vuote. Se proprio mi va male, recupero almeno qualche rivista di fumetti per i nipotini.

Ma la storia del libro di cui voglio parlare è particolare. Tornato a casa, mi accorgo che, nelle prime pagine, vi è la dedica autografa dell’autrice alla persona cui il libro era donato.

Il bello è che non si tratta di un autore minore, di uno scrittore dilettante come sono io… Tutt’altro, si tratta di una delle maggiori scrittrici italiane. E anche la destinataria del regalo non è da meno…

E’ scritto, infatti, con una grafia bella ed elegante: “A Linuccia Saba con il ricordo di Francesca Sanvitale”. Il libro è “Madre e figlia”, in un’edizione Einaudi. Francesca Sanvitale, più volte finalista al Premio Strega, vincitrice del premio Viareggio opera prima, direttrice della rivista “Nuovi Argomenti”, autrice di molti programmi culturali Rai, le cui opere sono state tradotte in molti paesi. Altrettanto ricca la vita della ricevente, pittrice e letterata, oltre ovviamente per la presenza del padre grande poeta, avendo incrociato in modo duraturo altre personalità della cultura italiana del calibro di Carlo Levi, Eugenio Montale, Bobi Bazlen, lo psicoanalista Edoardo Weiss e il neuropsichiatra infantile Giovanni Bollea.

Ho iniziato a fare congetture. Come ci è finito questo libro sulle bancarelle napoletane? Da quanto tempo giaceva lì? Possibile che il libraio non avesse scorto la dedica e lo abbia venduto per pochi spiccioli? Mistero.

Incuriosito, ho fatto una piccola indagine. Linuccia, l’unica figlia di Umberto Saba, è morta a Roma il 28 luglio del 1980. La dedica nel libro porta la data dell’8 maggio dello stesso anno. La destinataria avrà ricevuto il libro in tempo? Lo avrà letto? Le sarà piaciuto? Che rapporto esisteva tra la Sanvitale e lei? Erano amiche? E poi, il libro quanti giri ha fatto prima di finire a Port’Alba e dunque a me?

E’ proprio vero. Gli oggetti, come gli esseri umani, possono avere vita lunga. Sopravvivere dopo la nostra morte. Hanno vita propria, talvolta possono continuare a influenzare in modo potente la vita altrui, attraverso incroci che stabilisce il caso, il destino o chissachi.

A partire dal libro diventato mio per caso, continuo a fantasticare. Penso davvero che la vita ha regole e traiettorie di cui non sappiamo nulla. Se c’è un disegno, lo ignoriamo perché siamo troppo piccoli. Possiamo solo trarre il meglio da ciò che abbiamo, a partire da noi stessi. E, per vivere più sereni, dobbiamo accontentarci di questo. Comunque non è poco.

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