L’ultimo martire, piccolo martire, è Michele, cinque mesi, affidato alla nonna dai suoi genitori usciti per la spesa, nel Vercellese. Il pitbull di casa l’ha rimandato al creatore prima ancora che potesse capire qualcosa della vita.
Ormai non si contano più i casi (in contemporanea, la notizia che a Foggia un pitbull ha azzannato una bimba di 7 anni). E’ notizia ripetitiva, quasi di routine: piccoli e grandi sbranati dai cani potenziati, dalle razze macchine da guerra. Un pitbull assassino non si nega a nessuno.
Anche stavolta dobbiamo assistere al solito avanspettacolo: l’esperto di cani che ci spiega come non esistano razze pericolose (sempre colpa dell’uomo), il legislatore che dice pensoso bisogna istituire il patentino per certe razze, l’animalista che non riesce tanto a piangere il piccolo d’uomo straziato e ucciso, perchè deve subito pensare a salvare il cane.
Sono le notizie più spaventose, vite umane azzannate dal cane. Ma non c’è verso di cambiare le cose, di prevenire il pericolo, di evitare certe scene terrificanti (riesce l’animalista tanto caritatevole a immaginare gli ultimi attimi di questi umani sbranati, ce la fa?).
Lo sappiamo tutti. Nove su dieci, a sbranare non sono cocker o golden retriver. Sarà un caso, ci spiegheranno magari come terrapiattisti di bassa lega che le statistiche sono taroccate, ma la verità resta quella: ci sono alcune razze più propense di altre a reagire come belve. Certo, reagiscono a stimoli strani, a situazioni strane, a momenti strani, magari intepretando male certe facce e certi movimenti nostri. Tutto quello che si vuole, concediamo le attenuanti generiche, ma reagiscono uccidendo. E questo è sempre più frequente, sempre più insopportabile.
Accettare che alcune razze siano più complicate – diciamo così – di altre significa compiere il primo passo verso una soluzione. Perchè subito dopo bisogna accettare che non tutte le razze possano finire in mano a tutti. E comunque, chi prende in casa certe belve deve farsi anche la patente, per sapere come si guida la macchina da guerra.
Si può fare questa cosa? A quanto pare è troppo difficile. Magari toccare le lobby degli animalisti e degli allevatori diventa più scomodo che lasciare in giro i killer quadrupedi. E allora teniamoci pronti: il ritmo e la cadenza sono sempre più angoscianti, ogni tre per due bambini e adulti muoiono nel modo più atroce e più stupido, perchè sì, morire per i cani è una delle morti più stupide.
Poi un discorso a parte – per dire come siamo fatti – andrebbe affrontato anche sulla nostra predisposizione a rispettare le leggi, quelle già fatte e in vigore. Ad esempio, c’è quella con l’obbligo di guinzaglio e museruola ogni volta che il cane sia in prossimità di altre persone. Lo vediamo ogni giorno, ovunque: nessuno rispetta, nessuno lo fa, sai, il mio cane è tanto buono, mai fatto del male a nessuno…
Dopo tutto, non siamo così migliori delle bestie.