Stare in Francia una settimana e sentirsi a casa. Un po’ coccolati quasi, non dai prezzi che tendono a spennare, ma dai notiziari. Cari, dolci, teneri notiziari che ti adagiano oltralpe senza nemmeno renderti conto che il telefono ha cambiato compagnia.
Arrivi un po’ stanco, provi ad accomodarti nel nuovo alloggio, anche se non è mai facile e poi all’ora canonica cosa vuoi fare se non cercare un notiziario con la erre come si deve? Pronti via e cominciano le coccole, che pur non richieste proseguono per tutta la settimana, con l’intento chiaro e incontestabile di farti sentire a casa, comodo, non spaesato, sulla giusta lunghezza d’onda, esattamente l’onda che credevi di aver spento una volta chiusa a doppia mandata la porta di casa.
Sulle prime non ti sembra possibile, ma via via ti abitui, perché è roba che conosci bene e solo il luogo comune della partenza per altri lidi per un attimo ti frena, ma è solo un attimo. Cominciano a comparire cinghiali che vagano per le città e raccattano cibo qua e là e poi parte un servizio con un malato che si batte perché ci sia una legge chiara e rispettosa sul fine vita.
Nemmeno il tempo di alzare il bicchiere con il mignolo alzato per un sorso di quelli che rinfrancano e vedi vetrate di ospedali e pronto soccorso sfondate, oltre allo sfacelo procurato da aggressori insoddisfatti e infuriati con il personale medico. Nel caso ci si sentisse orfani di reportage su sicurezza e spaccio nei parchi cittadini, nessun problema, basta aspettare, come aspettano anche i viaggiatori di treni in ritardo o addirittura fermi nel mezzo del nulla per ore e ore.
Io mi dico però che uno dei temi scottanti che mi sono lasciato alle spalle riguarda i penitenziari, il sovraffollamento, le rivolte, la fatiscenza, ma nemmeno il tempo di fare un bel respiro ed ecco il servizio pronto e fumante.
Niente, TF1, il canale più seguito dai francesi, non ha pietà, vuole che io mi senta a mio agio e non ha il senso dell’esotico, a meno che non si vogliano considerare le violente proteste in Nuova Caledonia del movimento indipendentista. Ecco, almeno questo, le colonie, ce le siamo risparmiate e non è poco. E ci si chiede come possa non suonare avvilente per un francese nel 2024 vivere in un Paese che ancora mantiene legate a sé le colonie del tempo che fu.
Tutto il resto ad ogni modo ci accomuna, sì, anche le beghe di governo e tutto lo squallido contorno che conosciamo benissimo. Senza Sangiuliano, d’accordo, ma loro hanno già dato con Hollande anni fa.
Stare in Francia e sentirsi a casa, l’Europa è davvero unita, come non essere mai partiti, alla fine si ha la sensazione di aver fatto visita ai cugini di campagna, più che a quelli transalpini.
Ma Vive la France, a scanso di equivoci.