Una bambina morta colposamente, giuridicamente sarà così, ma in realtà posta in una condizione che alla morte ha offerto il fianco in modo sciagurato, una condizione che sembra preparata in ogni minimo dettaglio dagli adulti, per rendere più probabile la disgrazia.
Abbiamo appreso tutti con angoscia: a Giugliano, in provincia di Napoli, a bordo di una Smart con due posti viaggiano un uomo, il guidatore, la sua compagna e le figlie di lei, otto e sedici anni, una in braccio alla mamma, la seconda accucciata nel minuscolo bagagliaio. Già l’equipaggio sembra un invito per la possibile catastrofe, che puntualmente senza bussare lo accetta senza reticenza.
Un incidente fatale, del quale non si conoscono dettagli, che non vede coinvolti altri veicoli, avvenuto alle 5 del mattino e da cosa fosse reduce la famigliola non è dato sapere. È dato sapere però che il guidatore era senza patente e da un giorno erano giunti a termine gli arresti domiciliari per furto, è dato sapere che l’auto non era assicurata e soprattutto è dato sapere della follia di quell’equipaggio stipato, con la piccola a farne le spese in modo irreparabile.
Non è dato sapere dell’imprudenza nella conduzione dell’auto e delle condizioni di lucidità, ma possiamo immaginarle come optional. Una tragedia che è un condensato della parte del Paese che se frega delle regole e della sicurezza, per sé e per gli altri, quella parte del Paese che si ritiene invincibile e al di sopra delle banali e ingenue regole di convivenza.
Per questa parte del Paese tutti gli altri sono dei perdenti. E infatti perdono tempo a fare e rinnovare la patente, ad assicurare le macchine e le moto, a rispettare norme e numeri dei veicoli, persino a mettere in sicurezza i bambini che trasportano. Un branco di vinti e sottomessi che ancora seguono le regole del gioco e magari, incredibilmente, nemmeno rubano.
La retorica vorrebbe certe zone del meridione a trascinare questa linea di pensiero e un po’ di verità c’è, serve a poco fare i buonisti e mandare carezze gratuite, ma è pure vero che la sfrontatezza attraversa tutto il Paese. Prendiamo ad esempio le assicurazioni: in Italia sono in circolazione 2,8 milioni di veicoli non assicurati e se è vero che al secondo posto figura la regione Campania, al primo troviamo la virtuosa e industriosa Lombardia. Tutti immigrati del Sud, diranno gli evoluti nordisti.
Il contesto e le condizioni della tragedia di Giugliano sono emblematici di un modo di pensarsi al di fuori della società in cui si vive, un passo, anzi due e forse tre, al di là delle responsabilità, dei doveri, del rispetto. Un modo di pensare che i giovani fanno proprio, figlio di una cultura che sceglie la via comoda e illude di essere scaltri e furbi, dei dritti da ammirare senza esitazioni.
Un modo di pensare meschino e un modo di pensare che porta a giocare con la vita e con la morte, proprie, dei propri cari e degli altri.
Per questo nella sciagura di Giugliano non vedo nulla di colposo, piuttosto un certosino assemblaggio di condizioni favorevoli, messe lì ad assecondare la più esemplare delle tragedie annunciate. Sì, all’italiana.