TRUMP HA CONTRATTO IL VIRUS DA PUTIN, SI CREDE NAPOLEONE

Altro che guerra a Putin. Dobbiamo essere sinceri: Putin piace, Putin è un modello. Quanto meno, il Putin che si sveglia una mattina e va a conquistare qualche Paese straniero. Lui ha cominciato con l’Ucraina, sollevando l’indignazione del mondo libero, ma a quanto pare l’indignazione non dev’essere così diffusa e condivisa, se è vero che ormai anche l’altro polo della geopolitica mondiale, l’America, si è messa in testa strane idee. Al prossimo presidente Trump è già scattata la pulsione del conquistatore. Salito sulla macchina del tempo e tornato indietro ad altre epoche, si è già preso la briga di annunciare che con le buone o le cattive comunque vuole annettersi Panama, la Groenlandia, il Canada e magari già che c’è anche il Messico, così da risolvere alla radice il problema dell’immigrazione messicana (visto che quelli cercano casa in America, l’America gliela porto a casa).

Sembra un grande gioco in scatola per bambini 0-3 anni, ma è il discorso più importante tenuto in vista dell’insediamento. Verrebbe da ridere, sembra di sentire quello che nei manicomi di una volta raccontava in giro d’essere Napoleone, in realtà è ciò che ci aspetta. In definitiva, è quello che la nostra amata, vilipesa, derelitta democrazia ha prodotto nella sua ultimissima versione: il capo megalomane che promette di fare spazio, di allargare i confini, di sottomettere popolazioni.

A questo punto possiamo aspettarci di tutto: che Mattarella si svegli una mattina e decida di riprendersi l’Eritrea e la Somalia. Ovviamente questo non succederà, perchè Mattarella non è Trump, ma il problema è che Trump ha molto più potere di Mattarella. Quando noi ci siamo ritrovati uno anche peggio di Trump, nel Ventennio, comunque tirava la stessa aria. Caso mai, adesso c’è una complicazione in più: Trump si è prontamente messo di fianco uno pure più intraprendente di lui, uno che addirittura progetta di annettersi il mondo intero, palleggiando col globo come Chaplin nel “Grande dittatore”. Inutile specificare, questo bel supporto altri non è che Elon Musk, definito dal vecchio consigliere di Trump, Steve Bannon, “un tecno-feudatario con la maturità di un bambino”.

Così siamo messi, con l’aggiunta gustosissima che a sostenere e spalleggiare queste megalomanie dei neo-imperatori sono i sovranisti, gli eroi della patria locale, cioè a dire i primi ad essere cancellati dalla geografia e dalla storia quando arriva il nuovo capo.

Per fermare queste fregole patologiche dei nuovi condottieri servirebbe una ferma opposizione delle vere democrazie. Ma in definitiva siamo al nucleo centrale dei fenomeni contemporanei: le democrazie moderne hanno altro per la testa, danno segni di vita contro le auto a benzina e a favore dei diritti transgender, ma davanti all’offensiva farneticante del nulla diventano pavide, apatiche, assenti. Mentre i Putin, i Trump, i Musk ridisegnano il mondo, cioè la vita, le democrazie fanno la coda all’ipermercato, si picchiano per un nuovo telefono, passano le serate davanti al Grande Fratello. E gli ideali? E la religione? E lo spirito? Aboliti, tutto abolito come noioso vecchiume di un’età morta. Il risultato è sublime: all’epoca, i megalomani che volevano prendersi il potere dovevano almeno allestire un golpe cruento, adesso vengono eletti democraticamente con tanto di standing-ovation dei popoli in festa.

2 pensieri su “TRUMP HA CONTRATTO IL VIRUS DA PUTIN, SI CREDE NAPOLEONE

  1. Cristina Dongiovanni dice:

    Introduce un enorme problema culturale che purtroppo ed inesorabilmente produce voti. Ognuno di noi, nell’attesa che si sciolgano i legami ideologico-qualunquisti e perversi che la filosofia del consumo ha prodotto (e qui cito anch’io Pasolini) può cercare di portare il suo pensiero agendo piccole umane azioni che, pur irrilevanti, portino un messaggio diverso. Nell’attesa che si compia ciò che qualsiasi politica necessariamente implica: le sue conseguenze. Guardo alla storia con una certa fiducia, ai giovani e soprattutto al flusso obbligato a cui nessuno può sottrarsi, quello delle cause e degli effetti. Sperando che le cause rimangano limitate e che gli effetti non siano definitivi. Il problema culturale del resto è così importante che solo una reale inversione del sentire umano può risolverlo, perché la cultura deriva dai miti, ed i miti sono sempre innalzati dalle persone.

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