TREVISANI, L’ULTIMO LAPIDATO DAL WEB

La gente non ce la fa proprio a starsene tranquilla su suo bel divano, avvolta da un caldo plaid, a cercare di decifrare l’indice NASDAQ in tv chiedendosi come funziona il mercato in borsa.

No, deve scandagliare ogni programma, ogni podcast o contenuto multimediale alla ricerca di qualcuno che la faccia fuori dal vaso per crocifiggerlo, massacrarlo, metterlo alla gogna e punirlo per chissà quale reato commesso. Il tutto dall’alto della propria integerrima moralità.

L’ultima vittima, anche se forse più che vittima si è dimostrato leggermente tonto, è il giornalista e telecronista Mediaset, Riccardo Trevisani. In una live di “Cronache di Spogliatoio” dal titolo ‘Fontana di Trevi’, Ricky si è lasciato andare ad una battuta su Samuel Chukwueze che, con il suo gol all’ultimo minuto contro il Parma, domenica ha regalato al Milan una vittoria tanto preziosa quanto inaspettata.

Questo il suo iniziale commento: “È entrato anche decentemente ieri, ma il gol l’ha fatto il portiere da solo, ma di che stiamo parlando?”; successivamente, quando il collega Pastore definisce quello di Chukwueze “un gol da vera prima punta”, lui risponde “Un Goldaniga”.

Goldaniga, per chi non lo sapesse, è il cognome del difensore del Como che, se pronunciato in sillabe, diventa “gol da nigga”. Quest’ultimo termine, tradotto dall’inglese all’italiano, significa “neg*o” – metto l’asterisco per non urtare la sensibilità dei moralisti del web.

Ovviamente la battuta non è stata accolta benissimo e il filmato è diventato virale. Trevisani ha cercato di stemperare l’accaduto attraverso i suoi canali social così: “Come sapete a ‘Fontana di Trevi’ siamo soliti plasmare frasi, parole e nomi di giocatori a seconda dell’algoritmo trattato, spesso in chiave ironica. Commentando il gol di Chukwueze, Giuseppe l’ha definito un ‘Gol da vera prima punta’, io in una frazione di secondo, facendo un’associazione mentale, ho risposto ‘Goldaniga’. Sono assolutamente consapevole che ci siano due livelli di battuta: il primo riguarda il collegamento con il giocatore del Como al quale il mio cervello si è fermato, il secondo, che però non mi è mai balenato in mente, è semplicemente incommentabile. Mi scuso con chiunque abbia interpretato nelle mie parole una qualsiasi forma di razzismo, che non mi appartiene e non mi e non mi rappresenta in nessun modo”.

Insomma, siamo di fronte all’ennesimo capolavoro di quel politicamente corretto di cui il nostro paese è ormai schiavo. Personalmente il signor Trevisani non mi sta molto simpatico; nulla da dire sulle sue analisi, spesso di parte e talvolta accompagnate da un pizzico di accanimento, ma non amo il modo saccente e presuntuoso con la quale le espone.

Ciò, però, non mi impedisce di difenderlo da questa inutile e insulsa polemica. D’altronde ho già mostrato solidarietà nei confronti di Sergio Conceicao quando – alla domanda di un giornalista su un giocatore che ha dormito in stanza con suo figlio – lui ha risposto che suo figlio “è un uomo”, finendo per essere definito “omofobo” con una leggerezza inquietante. Non se ne può più di questo ipocrita moralismo da due soldi utile soltanto a rendere finti santi quelli che scagliano la prima pietra.

Piuttosto mi chiedo da dove provenga questo senso dell’umorismo da quattordicenne strampalato del Trevisani. Una battuta che poteva risparmiarsi in tutti i sensi visto che, oltre a non far ridere, non ha il benché minimo nesso con l’argomento trattato. Da quando i calciatori di colore sono famosi per i loro gol fortunosi all’ultimo secondo? Perché il senso della sua fuorviante battuta è questo. Pertanto, per vivere più sereno ed evitare tali freddure, suggerisco a Riccardo di continuare la sua crociata contro Massimiliano Allegri: il cabaret non fa per lui.Pubblicità

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