Strano il mondo che si occupa e vive di pallone. Pensa di sfangarla a prescindere, sostiene di avere drammatici problemi contabili, ignorando che il resto della popolazione non ha nemmeno il tempo di pensare, è già in fondo al water closet e teme che qualcuno tiri lo sciacquone. Chiedo scusa per l’immagine poco profumata ma così stanno le cose, oltre alla gravità di un tackle e di un corner.
I casi di positività aumentano ma c’è chi ha la faccia tosta di ribadire «ma era prevedibile, se fanno i tamponi, prima o poi…». Prima o poi, cosa? E perché continuate a premere sull’acceleratore invece di rallentare e riflettere?
Esempio: il gruppo federale, nel senso presidente e soci della Federcalcio, si è ben guardato, in questi due mesi, di contattare e coinvolgere il presidente dei medici sportivi di calcio, Castellacci Enrico, già medico dell’Italia mondiale in Germania 2006. Lo stesso Castellacci ha inviato un paio di lettere a Gravina, mettendosi a disposizione, ma il presidente del pallone è così oberato di impegni, documenti, riunioni, pratiche, telefonate, varie ed eventuali, da non trovare il tempo e l’educazione di una risposta, anche negativa.
Meglio ascoltare il condominio tutto chiacchiere e distintivi di presidenti, direttori sportivi, opinionisti, delegati, meglio affidarsi, senza fidarsi, al governo e all’istituto superiore di sanità, respingendo eventuali responsabilità in materia, liberandosi dal peso, come facevamo noi da ragazzi, quando giocavamo a “darsela”, un “ce l’hai!” ti salva sempre in calcio d’angolo, anche nella vita.
In questo brusio fastidioso, nessuno ha voglia di vestire i panni di Edouard Philippe, primo ministro di Francia, che ha chiuso tutti i giochi fino a settembre, o, al contrario, di frau Angela Merkel che, invece, ha aperto le danze alla Bundesliga e ad ogni altra disciplina sportiva.
Noi, no. Noi abbiamo un Arcuri, purtroppo senza apostrofo, un Borelli, purtroppo senza mascherina, un Conte, purtroppo e basta. Sui dirigenti del calcio mi avvalgo della facoltà di non rispondere, ai “poster” l’ardua sentenza.
Totale: aspettiamo un altro positivo, tanto la ripresa è alle porte (chiuse), siamo a maggio e tra qualche settimana torneremo in spiaggia, lassù sulle montagne o a raccogliere ciliegie, mentre Dybala e Lautaro, Dzeko e Immobile, finalmente riempiranno le nostre giornate, vuote di tutto. Ah, dimenticavo: e i trentamila morti? Un minuto di silenzio, lutto al braccio e fischio d’inizio.