di JOHNNY RONCALLI – Suona, non suona, non si sa. Forse. Parlo di Keigo Oyamada, in arte Cornelius, musicista giapponese che dovrebbe esibirsi durante la cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici di Tokyo e in qualche modo, come suol dirsi, creare un atmosfera. Dovrebbe, perché sul suo presente si sono abbattute nubi funeste, provenienti dalla sua adolescenza, quando a scuola fu protagonista di atti di bullismo e di abuso sessuale, anche nei confronti di compagni con ritardo mentale.
Sono un ammiratore di Cornelius da più di vent’anni, ho i suoi dischi, e se da un lato la notizia non mi impedirà di apprezzare la sua musica, ammetto che un certo disagio lo innesca. Così come innesca il dilemma sull’opportunità della sua esibizione nella cerimonia dei Giochi Olimpici. Sempre che altre minacciose nubi non spazzino via i Giochi Olimpici stessi. A un certo punto forse sarà il signor Oyemada in persona a sradicare il dubbio, rinunciando, considerata la contrizione che almeno a parole va esprimendo in questi giorni e un certo inevitabile linciaggio mediatico. Oppure deciderà di suonare, forte del pentimento e dell’apologia etica espressa dal comitato olimpico nei suoi confronti, nei confronti del Keigo Oyamada di oggi, cinquantaduenne.
Il fastidio rimane, e qualcosa in più, questo è fuor di dubbio, anche se si parla di eventi che risalgono all’adolescenza del musicista, a quasi quaranta anni fa, ma premesso il fastidio, è certo vero che se si crede in una possibilità redentiva per chiunque, come sembriamo credere da un secolo a questa parte in buona parte del globo, il diritto di rivendicare la propria conversione alla virtuosità dovrebbe essere garantito.
Ormai il mondo è dei puri, intendiamoci, o hai la coscienza immacolata o è meglio stare alla larga, le macchie, indelebili o meno, prima o poi vengono alla luce e non c’è penitenza che tenga. Io stesso fatico ad ammettere redenzione possibile per alcuni reati che considero talmente turpi e immondi da renderli ai miei occhi inespiabili, ma ci deve pur essere uno spiraglio, a maggior ragione per nefandezze commesse in un’altra vita, da adolescenti, periodo della vita nel quale forse nemmeno Gesù Cristo potrebbe accampare candore assoluto.
Il mondo è dei puri, il mondo è ormai pieno zeppo di uomini che scagliano pietre sostenendo di averlo fatto per primi, salvo scoprire poi scheletri, e tesori…, nascosti sotto i tappeti e dentro gli armadi. O tra gli ormoni inutilizzati della propria adolescenza. La macchia rimane, è Cornelius il primo a non sottrarsi, e se è un uomo vero non si sentirà mai veramente immune dai fantasmi di quegli anni, a maggior ragione nello stento di non riconoscersi, ma non potendo ignorare anche quello lui è stato.
Uno dei dischi più belli di Cornelius si intitola proprio “Fantasma”, guarda un po’. Io, pur infastidito, ma impuro a mia volta, in fondo spero che Cornelius ci sia. Sono di parte, certo, la parte che ammette di poter essere e diventare migliori. I puri se ne faranno una ragione.