TOCCA AI LETTORI DIFENDERSI, ALTRO CHE CENSURA

di ELEONORA BALLISTA – Dunque sembra idea largamente condivisa che censurare Trump sui social, per quanto delirante appaia il presidente ancora in carica nelle ultime tragiche giornate del suo mandato, contravvenga ad una democrazia globale, quella della “rete”, che non può, non deve essere violata. Mai, in nessun caso.

Bene, quindi per comprendere e pesare cosa stia succedendo a Washington non resta che sperare nella capacità di discernimento di tutto il pubblico, anch’esso mondiale.

Una volta fra il politico che parla (o sparla) e la gente c’erano di mezzo almeno due passaggi: l’ufficio stampa e i giornali.

Adesso no, i politici fanno (e disfano) da soli, certe volte provocando inenarrabili danni.

È la comunicazione del futuro, non possiamo farci niente.

O forse qualcosa si potrebbe, anzi, si dovrebbe fare? Ma cosa?

Per esempio ridare alla stampa, cartacea e non, quella credibilità che ormai non ha più.

Credibilità che, ovviamente, non deve per forza fare rima con parzialità.

Ci sono giornalisti di ogni tendenza, spesso con idee agli antipodi gli uni dagli altri, ma ciò che dovrebbe accomunarli è una serietà di lavoro che prevede le medesime regole (precisone, verifica) per tutti e che, quando rispettate, garantiscono un prodotto di qualità.

Questo sui social non è scontato, quasi mai. Perché chiunque imbracci un cellulare può trasformarsi in sedicente giornalista e pubblicare quello che vuole.

Qualcuno obietterà, con ragione, che anche nelle redazioni, spesso, si lavora senza la dovuta lealtà. Vero.

Ma questo non dovrebbe scoraggiare chi invece ancora ci crede e cerca di produrre un lavoro giornalistico degno di questo nome.

Una volta raggiunto, sempre in via ipotetica, questo traguardo, bisognerebbe poi educare i lettori, insegnando loro come scegliere cosa leggere e di chi fidarsi.

“Vaste programme”, avrebbe detto de Gaulle.

Sul “come fare” mi arrendo: io, pur giornalista, sono troppo minuscola per avere chiara una direzione.

Prendo solo in prestito il pensiero di Alessandro Galimberti, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, che da sempre combatte le news spacciate per vere attraverso i social, invitando chi si appresta a svolgere il cosiddetto “mestieraccio” a farlo sotto un’aura di doverosa deontologia.

In conclusione, lasciamo pure che Trump dica quello che vuole attraverso i social, ma attiviamo il filtro che è dentro di noi per soppesare sul serio

Group of young adult friends using smartphones in the subway

le sue parole.

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