TIFO MAFIOSO, MILAN E INTER, SEVERGNINI: STAVOLTA DEVONO IMPARARE DALLA JUVE

Per molti la vita è fatta di tonalità solo bianche o nere. O di qui o di la, da una parte o dall’altra. Non ci sono sfumature, non ci sono dubbi, solo certezze. Il male, invece, è solo bianconero. Cosa c’è di peggio della Juventus? Nulla. L’hanno raccontato benissimo in questi anni, anche con l’inchiesta “Alto Piemonte”, che ha portato alla condanna della società bianconera e del suo presidente Andrea Agnelli, che non poteva non sapere.

Titoli di apertura su tutti i quotidiani sportivi nazionali, ricordiamo bene. Oggi c’è molta più prudenza, molta più attenzione: non si sa mai. Meglio non esagerare. Beppe Severgnini sul “Corriere” ha scritto smettiamo di chiamarli tifosi. «Chi uccide non è un tifoso. Chi picchia, minaccia e ricatta non è un tifoso. Chi specula sulla passione di tanti ragazzi innamorati di una squadra non è un tifoso». E fin qui va bene, ma valeva anche per quelli di Torino. Anche loro erano sotto scacco. Anche loro erano ricattati. Anche la società bianconera aveva finito per subire e andare a patti con i clan, tanto da vedersi poi indagata anche dalla Commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi.

Ma insiste Severgini: «A Milano – la storia lo ha dimostrato ripetutamente – partono le rivoluzioni italiane. Speriamo accada anche oggi. Perché San Siro non è il male, e il male non è concentrato a San Siro: violenza e malaffare volteggiano intorno a tutte le squadre in tutte le grandi città». Così chiosa l’editorialista del Corriere, ma solo oggi lo scrive, non lo fece quando fu travolta quell’accozzaglia di malaffare bianconera.

Tra l’altro, servirebbe anche un giusto aggiornamento: da tre anni tre, per la tifoseria bianconera la vita è diventata impossibile. Basta striscioni, basta nomi di gruppi organizzati, l’Allianz Stadium è un catino per famiglie, dove la parte più irriducibile degli ultras è tenuta fuori o controllata a vista (l’anno scorso è stato autorizzato l’uso di un tamburo, di uno solo). Lo sa, Severgnini? C’è stata una stretta di cui nessuno parla, ma che gli ultras bianconeri – non a caso imbufaliti – conoscono alla perfezione.

Tifoserie organizzate depotenziate, allontanate, tenute a debita distanza dal rettangolo di gioco: così, oggi, il calcio attorno alla maledetta Juve. Ma questo sembra non essere successo, nessuno ne parla perché la vita è fatta di bianchi o di neri, o da una parte o dall’altra, e per almeno la metà degli italiani i bianconeri sono il male assoluto, sempre, anche quando fanno qualcosa di giusto.

P.S: Beppe Severgnini se ne faccia una ragione: lui pensa che a Milano partano tutte le rivoluzioni italiane, questa volta arriverà dopo Torino.Pubblicità

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *