TERRAPIATTISTI E NEOPUTINIANI, CAPITANO TUTTI A NOI

Tanto per cominciare, sarebbe il caso di non chiamarla più guerra. Le parole hanno un peso, s’insinuano e si sedimentano dentro di noi, poi non c’è più verso di cambiarne il significato. La guerra, la guerra: si fa presto a dire guerra. E’ tutta una guerra, è sempre una guerra. Ma non questa. Ecco perchè sarebbe il caso di aggiustare il lessico: la guerra presuppone due forze in lotta tra loro, impegnate in un braccio di ferro per stabilire chi è più forte, chi ha ragione, ubbidendo ai motivi più diversi.

In questo caso, non è una guerra. Significherebbe che anche l’Ucraina ne è pienamente coinvolta, che l’ha voluta e cercata, che comunque l’ha provocata al cinquanta per cento. Ma per quanto ce la raccontino terrapiattisti e negazionisti, revisionisti e isti di tutte le risme, stavolta non è così: questa è una semplice e solare aggressione, esplicitata fisicamente in una brutale e feroce invasione. Punto. La guerra, se c’è guerra, l’ha cominciata una parte sola, e non è Kiev. Certo, anche l’Ucraina a questo punto spara: ma è un atto di difesa. Non è che se siamo seduti tranquillamente al tavolino di un bar e arriva un tizio a darci una sberla, non è che questa è una lite: è un’aggressione. E se io mi difendo, non è che sono un litigioso, sto solo cercando di salvare la pelle.

Semplicistico? Certo. A volte la realtà è anche così semplice. Ma purtroppo nell’era della dietrologia e dei Napalm 41 la realtà semplice non acchiappa più. Nemmeno la consideriamo. C’è sempre dietro qualcosa. E’ sempre ben diversa da come ce la danno a bere. In questo caso, quelli che la sanno lunga stanno abbandonando in fretta e furia il Covid (che notoriamente non è mai esistito) e si stanno piazzando armi e bagagli dalla parte di Putin.

A me personalmente, nelle ultime ore, hanno spiegato che: è stupido difendere Zelenski, perchè a sua volta è andato al potere con un golpe (ma dove, ma quando), e comunque è ancora più stupido indignarsi per le bombe di Putin quando sappiamo che anche Zelenski ha fatto lo stesso con il Donbass (e pazienza se il Donbass è Ucraina e lo Stato sovrano non ha invaso nessuno).

Questo ed altro. Chiunque, immagino, col passare delle ore deve sorbirsi la vera verità dei neo-putiniani, variamente declinata nelle casistiche più originali, con tanto di prove provate (presto i video in cui si vede che i russi scendono dai carrarmati e desolati chiedono scusa agli abitanti del posto, scusate davvero, ops, che sbadato, ho sbagliato al bivio, ero diretto a San Pietroburgo).

Quanto invece ai video dei bambini oncologici portati di corsa negli scantinati degli ospedali, ormai senza cure, nel terrore più totale, quelli sono chiaramente girati dalla propaganda occidentale, che come si sa è particolarmente subdola, come ha dimostrato con le Torri Gemelle e con il finto allunaggio del ’69 girato in studio. D’altra parte, questi fetenti occidentali continuano a raccontare in giro che la terra è rotonda, davvero dobbiamo dare retta a simili farabutti?

Cosa abbiamo fatto di male. Cosa abbiamo fatto di male per avere un satrapo d’altri tempi e d’altri luoghi a capo di un grande paese come la Russia, la terra di Tolstoj e Puskin, e allo stesso tempo doverci pure sorbire questi italiani già proiettati nel meta-verso, dove spacciano la loro meta-verità, purtroppo meta senza nemmeno l’accento, perchè se almeno fosse metà sarebbe già qualcosa.

Inutile però starli a contraddire: veniamo da due anni di Covid, due anni passati a contraddirli, senza risultati apprezzabili. Siamo stremati, noi ingenui, noi servi, noi vermi: non è proprio il caso di ricominciare. Facciano come credono, credano ciò che vogliono. Se proprio non ce la fanno a credere che Russia e Ucraina c’entrano poco o niente, perchè c’entra molto di più questo crimine imperdonabile di togliere con le bombe la libertà a un altro popolo, si chiamino ugandesi o svedesi, francesi o sudanesi, ecco, se non ce la fanno ad accettare nemmeno questo, significa una cosa sola: li abbiamo persi. Sono già di un altro mondo, là dove esiste solo una meta-libertà.

Qui, nel nostro, preferiamo ancora e sempre la libertà e basta, senza prefissi e senza varianti. Quella è: una, magnifica, intramontabile. Ci piace crederla e raccontarcela così.

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