TANTE SPERANZE E QUALCHE DUBBIO SULLA COOP-AUTISTICA

di JOHNNY RONCALLI – Sono in corso belle iniziative a favore di una cultura dell’autismo, iniziative promosse individualmente, da persone particolarmente sensibili alla questione e non necessariamente coinvolte affettivamente, e iniziative più organizzate, gestite da enti e aziende.

Vicino al pompiere di Bari (Giuseppe Valrosso) che offre gite in barca gratis a bambini e ragazzi autistici, vicino al barbiere di Rovereto (Christian Plotegher) che riserva alcune ‘ore di quiete’ nel suo salone, proponendo appuntamenti personalizzati per le persone autistiche, succede che a Monza abbia aperto il primo supermercato italiano pensato anche per gli autistici.

Ci ha pensato la Coop in via Marsala. Luci meno forti e faticose, suoni e acustica attenuati, immagini che possano aiutare a orientarsi e a reperire i prodotti, tutti adattamenti che possono aiutare gli autistici, moderando gli stimoli sensoriali in quantità e intensità, facendo leva sulla patente di ‘pensatori visivi’ che caratterizza molti di loro.

Tuttavia, l’aspetto più incoraggiante sta nella formazione per tutto il personale. Ma serve prudenza. Per quanti adattamenti si possano pensare, ci sarà sempre una persona autistica per la quale ne dovrai ideare ulteriori, con la quale dovrai interagire e comunicare in modo peculiare, per la quale dovrai escogitare soluzioni ambientali e comunicative impreviste. Serve una disposizione mentale che talvolta nemmeno gli operatori specialisti hanno. Una disposizione fatta di pazienza, osservazione, apertura.

Il personale formato è una bella cosa, a patto che il personale non si creda esperto, a patto che la formazione non sia un pacchetto aperto, annusato e chiuso.

Lo scopriranno da soli i dipendenti: conosciuto un autistico, tutti gli altri rimangono sconosciuti. Sarebbe straordinario poi un giorno in cui si cominciasse ad ammettere che vale per chiunque, ovunque. Conosciuta una persona, conosciute tutte? Nemmeno il più stolto tra gli stolti lo penserebbe.

L’iniziativa rimane comunque una bella intenzione, ora va alimentata, ma saranno le persone autistiche stesse a sancirne l’efficacia, la perseveranza, l’umiltà delle intenzioni, perché nessuno, alla Coop e dintorni, creda di esser sbarcato sulla luna, aver piantato la bandiera e poter ripartire con una medaglia.

Non si riparte dal pianeta autismo: se lo fai, se molli l’osso, saremo impietosi.

Intanto, si apprezza l’iniziativa, fermo restando che ho tutte le intenzioni di tastare con mano al più presto.

Seguirà recensione verista e propositiva.

Io, per natura, simpatizzo più con il vigile e con il barbiere, meno col supermercato, fatico a credere nella devozione alla causa dell’azienda colosso. Ma sono pronto a ricredermi, se la causa coincide con l’effetto. Con infinita soddisfazione. Giuro.

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