TAJANI, FAMIGLIA, ZAN: LA POLITICA IN TESTACODA

di DON ALBERTO CARRARA – “Una famiglia senza figli non esiste”. Tajani dixit. Apriti cielo. Come sempre una frase presa al volo è fatta apposta per essere smentita, anche e soprattutto da chi l’ha pronunciata.

Ma la discussione sulle affermazioni dell’onorevole di Forza Italia è comunque istruttiva, anche perché quella discussione si è sovrapposta all’altra discussione, quella sul ddl Zan, che “prevede aggravanti specifiche per i crimini d’odio e discriminazioni contro omosessuali, transessuali, donne e disabili”.

Più che di discussioni sulla famiglia e sul ddl, però, si è trattato di discussioni sulle discussioni. Si è parlato molto di più di Fedez e di Tajani che di sesso, di “genere” (i temi fortemente divisivi del ddl Zan) e di maternità e famiglia.

In altre parole, la politica non si è messa al servizio dei grandi temi, ma i grandi temi sono stati usati per fare politica. Ancora una volta, uno spettacolare rovesciamento di prospettiva. Per cui adesso chi prende posizione contro il ddl Zan è un rimasuglio d’altri tempi; chi invece lo appoggia è moderno. Il PD è a favore del ddl perché Zan è del PD. La Lega e i Fratelli d’Italia sono contro perché sono, in un modo o nell’altro, contro il PD.

Poi, quando si arriverà al voto finale, potrà succedere che i partiti, vistisi divisi al loro interno, lasceranno “libertà di coscienza” per il voto sul ddl Zan. È già successo altre volte su temi simili. Con una curiosa, curiosissima conclusione, dunque. Che sui grandi temi della morale, temi fondativi più di tutti gli altri, i partiti, spesso, non hanno una linea.

Forse i politici non si accorgono che, in questo modo, avallano una convinzione già molto diffusa: che la politica non serve. Va bene che si facciano grandi programmi economici, che si vaccini contro il Covid, che costruiscano ponti e strade… che si facciano mille cose. Ma è deprimente che non si sappia cosa dire su temi che toccano profondamente i protagonisti e i destinatari di tutte quelle molte cose da fare: gli uomini e le donne che vivono in questa società.

 

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