SOLA A PORTOFINO: IL DRAMMA DELLA CONTESSA

di CRISTIANO GATTI – Giornalismo d’inchiesta. Giornalismo scomodo. Il tema: prigioniera nella sua seconda casa di Portofino. “la Repubblica”, giornale ora nel portafoglio della famiglia Agnelli (quel che resta), racconta con accorata intervista il dramma personale della contessa Antonella Carnelli De Micheli Camerana (impossibile sapere se sia lontana parente della Mazzanti Serbelloni Vien Dal Mare). In questo momento di lockdown generale, con contagi ancora in crescita e bancarotte personali in continuo aumento, mi sembra giusto lasciare spazio alla toccante testimonianza di questo caso umano.

Massimo Minella per “la Repubblica”:

«Come mi hanno accolta? E chi mai potrebbe accogliermi? Qui non si vede nessuno, c’è il deserto». Antonella Camerana arriva da Milano. È presidente dell’ente benefico Missione Sogni onlus e frequenta Portofino da una vita. Ha raggiunto il borgo ben prima dei divieti del presidente della Regione Giovanni Toti che hanno imposto la chiusura delle seconde case e ora riflette su questa «calma innaturale» in cui è piombata Portofino, con una piazzetta spettrale, come non era mai accaduto prima.

Quando è arrivata?

«Sono arrivata a Portofino la settimana scorsa da Milano. Qui ho una casa, ho già fatto il vaccino e ho deciso di passare la Pasqua con la mia famiglia. Milano è molto triste in questo periodo, è tutto chiuso».

Anche Portofino.

«Sì, me ne sono accorta subito, ma è pur sempre Portofino, c’è il mare e poi la natura».

Ma non è certo come le altre volte.

«Esattamente così. Mi piace molto di più la Portofino normale, amo la gente, i bar aperti, dove incontri gli amici. Anche qui vedere questo vuoto, è molto deprimente. Mi alzo, non vado nemmeno in piazzetta, sto con la mia famiglia, magari vedo un’amica».­

Si è sentita ben accolta quando è arrivata?

«Ma da chi? Qui non si vede nessuno. I negozi sono chiusi, come i bar e i ristoranti. Ora sto guardando la piazzetta dalla mia finestra, c’è il deserto, non l’ho mai vista così. È incredibile, non me l’aspettavo, speriamo che questa situazione di emergenza passi al più presto».

E qui l’intervista si chiude. Le conclusioni vengono lasciate al lettore.

E allora. Italiano medio, se hai un cuore, prova a immedesimarti: chiuso nella tua villa di Portofino, affacciato alla finestra, guardando la piazzetta vuota. Magari, se riesci a comprendere, la pianterai di lamentarti per la cassa integrazione e i ristori che non arrivano. La pianterai di frignare perchè non si danno una mossa con i vaccini. Basta con questo stupido vittimismo. Mentre tu ti lamenti per nulla, a Portofino c’è gente che soffre.    

 

Un pensiero su “SOLA A PORTOFINO: IL DRAMMA DELLA CONTESSA

  1. Eleonora Ballista dice:

    A dire il vero, più che sulla notizia (notizia?) in sé, mi verrebbe da fare un commento su come mai sia stata messa in pagina.
    E non, si badi, per fare dell’ironia, che obiettivamente nasce spontanea, sul fatto che è assurdo, in questi tempi grami, lamentarsi per la desolazione di un luogo magnifico come Portofino (povera, povera contessa).
    Ma su come una testata importante come la Repubblica non riesca a immaginare le ricadute, in gran parte social (oggi Twitter, a proposito dell’episodio, è esploso) che tale scelta di pubblicazione potrebbe avere.

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