SOGNARE CHE I VACCINI AI PAESI POVERI SIANO DAVVERO REGALATI

di JOHNNY RONCALLI – Ottanta milioni di dosi, il primo annuncio. Cinquecento milioni di dosi la versione attuale: questo il contributo degli Stati Uniti d’America in termini di vaccini a favore dei Paesi poveri.

Bel gesto, così pare.

Mal fidati e certo un poco ingenui, vorremmo solo sapere, avere la garanzia, la conferma che questo bel gesto nulla si aspetta in cambio, che questo bel gesto è una mano tesa in aiuto all’umanità.

Io sono certamente ingenuo e mal fidato e fatico a credere nell’America filantropa che negli anni nulla si aspetta come contropartita. Non risultano precedenti ad ogni modo e un pizzico di diffidenza sorge inevitabile.

Gli studiosi, gli statisti, ma anche al bar sport, sottolineeranno che è scontato, ci sarà un tornaconto, sia pure implicito, non dichiarato, non formalizzato e da definire nel tempo, magari sotto forma di accesso a materie prime o controlli territoriali.

Eppure sarebbe così semplice, edificante, possibile, per una volta, di fronte a un invisibile nemico comune, non contemplare interesse e convenienza. Così, da uomo a uomo.

Un modo forse c’è, un modo ingenuo e candido, forse infantile: urlare tutti in faccia agli Stati Uniti d’America che siamo senza parole per questa disponibilità e per questo disinteressato gesto, e sopra tutto per il fatto che sicuramente non nascondono alcun secondo fine.

Travolti da un’intenzione che tutto il mondo riconosce e che nemmeno loro sospettavano possibile, forse finiranno per crederci anche loro.

Anche gli Stati Uniti d’America nascondono un’anima sprovveduta e credulona, se si sono fidati di Trump: possono ben convincersi d aver regalato 500 milioni di vaccini a fondo perduto.

 

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