SINNER: PERDONO TUTTI, MA INTERESSA SOLO AVERLO A ROMA

Sorridono sarcastici i garantisti, scuotono la testa gli atleti duramente imbrigliati nella spirale dell’antidoping per leggerezze magari persino più lievi di quella di Jannick Sinner, rosica il nemico giurato Nicholas Kyrgios che posta: “Dodgy as”, “piuttosto sospetto”, tradito dall’attesa di una batosta esemplare.

Il tennista italiano n.1 al mondo era stato trovato positivo a un controllo per tracce di Clostebol, difendendosi con la spiegazione che la sostanza vietata stava in una pomata applicata dal fisioterapista Giacomo Naldi (licenziato subito dopo insieme con il preparatore atletico Umberto Ferrara).

Dopo l’assoluzione da parte dell’Itia (International Tennis Integrity Agency), ora Sinner ha patteggiato con la Wada (World Anti Doping Agency) una squalifica  di poco meno di 3 mesi, dal 9 febbraio scorso al prossimo 4 maggio: significa saltare 4 Masters 1000, ma anche preservare Roma, soprattutto Roma, e gli altri 3 Slam stagionali, i veri obiettivi di Jannik per questo 2025: “Questo caso incombeva su di me ormai da quasi un anno e il processo era ancora in corso, si sarebbe arrivati a una conclusione forse solo a fine anno. Ho sempre accettato di essere responsabile della mia squadra e mi rendo conto che le rigide regole della Wada rappresentano una protezione importante per lo sport che amo. Su questa base ho accettato l’offerta della Wada di risolvere questo procedimento sulla base di un accordo 3 mesi di sospensione”. Il rischio era un anno e più.

Spiega l’Itia: “Eravamo soddisfatti del fatto che il giocatore avesse dimostrato l’origine della sostanza vietata e che la violazione fosse involontaria. L’esito odierno conferma questa conclusione. L’Itia ha deferito la questione a un tribunale indipendente che ha raggiunto la decisione di nessuna colpa o negligenza e, di conseguenza, nessuna squalifica, sulla base dei fatti e dell’applicazione delle regole. L’esito della sospensione di 3 mesi è figlia solo dell’accordo tra la Wada e il giocatore”. Corretto.

Gonfia il petto la Wada, cui viene riconosciuta sovranità dopo gli attacchi subìti negli ultimi tempi, ma la sua dimostrazione di forza lascia un buco giuridico, poiché il patteggiamento impedisce il ricorso e con esso una sentenza che avrebbe potuto costituire un importante precedente.

Non ci sono quindi vincitori né vinti, va detto chiaro e tondo: se da una parte è lecito imporre al professionista sportivo re del pianeta un modello comportamentale assolutamente rigoroso anche in dettagli apparentemente insignificanti (e l’assunzione di un medicinale lo è certamente, orale, iniettato o spalmato fa lo stesso), dall’altra è leale alzare la mano ammettendo “sì, è vero, ma…”, anche se dopo quel “ma” ognuno ha potuto dire la sua e continuerà a farlo.

Ho sentito – prima di scrivere – un paio di ex giocatori professionisti e altrettanti colleghi specializzati nel tennis, tutti concordi sulla scelta sensata di Jannik nell’accettare l’accordo proposto dalla Wada: un dazio pesante lui lo ha già pagato, soffrendo profondamente in questi lunghissimi 12 mesi di attesa, sballottato in uno stillicidio di dibattiti e dovendo sbarazzarsi di due persone delle quali si fidava. Sui rapporti umani che Sinner ha con tutto l’ambiente, nessuno può azzardarsi ad eccepire. Si è sbarazzato in un colpo solo di chiacchiere continue con gli avvocati, malignità dei molti Kyrgios del mondo, di un peso che uno come lui umanamente non meritava. Amen: se passi a 50km orari migliaia di volte, tutta la vita, davanti a un Multavelox, la volta che passi a 56km orari (5 sono tollerati…) la multa te la fanno comunque.

Immagino già come si crogioleranno i politically correct (“Dopo la sosta forzata di 3 mesi, non avrà più l’alibi dello stress e del riposo per non andare da Mattarella, per non fare le prossime 10 Olimpiadi, per non fare le prossime 20 Coppe Davis…”), ma non ho tempo di pensare a queste cattiverie gratuite, perché sto ridendo per la nota integrativa della Wada: “Sinner potrà tornare ad allenarsi in aprile”.

Gli metteranno alle costole uno 007? Una spia? Un infiltrato? E chi decide se lo jogging mattutino, qualche piegamento in palestra, due pallettate con gli amici, siano uno svago o un allenamento? Forse non solo i protocolli del calcio hanno falle da toppare.Pubblicità

2 pensieri su “SINNER: PERDONO TUTTI, MA INTERESSA SOLO AVERLO A ROMA

  1. Massimo dice:

    È sempre così:il patteggiamento non viene percepito come un accordo ma come una, seppur minima, ammissione di colpa, il “mmh qualche cosa avrà fatto… ” Per qualcuno rimarrà nell’aria.
    Di fatto finché nessuno andrà fino in fondo rischiando la carriera, perché il rischio di fermarsi un anno è per un atleta a quel livello è troppo, questi organismi politici non saranno mai sbugiardati quando meriterebbero di esserlo.

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