SIAMO NELLE MANI DEL KARMA

Stamattina, mentre leggevo un romanzo che narra di benevolenze cosmiche, è apparsa più volte la parola karma. All’improvviso, è affiorato un vecchio ricordo e ho iniziato a ridere da solo come uno scemo. Sono andato avanti almeno per dieci minuti.

Quasi 30 anni fa lavoravo in un servizio pubblico per le tossicodipendenze e ovviamente tenevo colloqui con diversi utenti.

Pur non ricordando il nome, né il suo volto o la sua età, è rimasto indelebile il ricordo di alcune battute che ebbi con uno di loro.

Evidentemente, nelle sedute precedenti gli avevo parlato del karma. Se penso ai miei interessi di allora e al mio modo di lavorare, non mi pare affatto strano che in una stanza un po’ decrepita di un ex convento trasformato in ospedale nel centro storico di Napoli, uno psicologo e un utente con problemi di dipendenze varie discorressero di filosofia orientale. Non era particolarmente colto e vai a sapere io cosa volevo dimostrare introducendo quel concetto.

Fatto sta che, nell’incontro successivo, lui, con fare serafico e ingenuo, fingendo di essere d’accordo con me, mi disse: “Dottò, avete proprio ragione voi. Ci ho pensato. Io tengo nu’ karma e merda!”

Geniale. Dandomi apparentemente ragione, in realtà stava smontando i miei tentativi di convincerlo della possibilità di cambiare stile di vita.

Senza saperlo, gli avevo offerto la più raffinata e colta spiegazione che chiariva definitivamente quanto lui non fosse davvero responsabile dei suoi vari comportamenti (truffe, furti, menzogne…). Io stesso gli avevo fornito l’appiglio per giustificare l’impossibilità a cambiare. Lui lo intuiva da tempo, che in realtà non era proprio lui a comandare le sue azioni, ma io gli avevo offerto le parole esatte. E se lui aveva un karma molto molto negativo, noi cosa ci potevamo fare? Non era colpa di nessuno, ma certamente non valeva la pena darsi da fare per contrastare le potenti volontà cosmiche. Potevamo rilassarci, lasciando perdere comunità, disintossicazione e psicoterapia.

Capite? Dandomi ragione, in realtà mi stava dando torto facendo vincere il suo vittimismo, il suo fatalismo, la sua irresponsabilità e immaturità.

Ma lo faceva con tanta arguzia e intelligenza, che ancora oggi non posso che inchinarmi alla sua abilità.

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