SIA CHIARO, IL CARO-BOLLETTE NON E’ UN PROBLEMA (SOLO) DEI NEGOZIANTI

Mentre quel brav’uomo di Putin brucia senza problemi il gas che gli avanza perchè non sa più dove metterlo, in Occidente monta lo spettro ansiogeno del caro-bollette. Guardando in casa nostra, ormai siamo alla psicosi collettiva, con tanto di aggiornamento ora per ora della quotazione ad Amsterdam, dato ormai ampiamente più importante della stucchevole contabilità Covid, che ha decisamente fatto il suo tempo.

Non c’è giornale e non c’è trasmissione tv che non dedichi grandi spazi al nuovo incubo. Con una particolarità tutta nostra, però: da come viene presentato, sembra che il problema sia solo – o più che altro – dei commercianti. Nelle ultime ore va moltissimo il servizio sull’iniziativa dei negozianti di esporre in vetrina le bollette, con la diligente intervistatrice a raccogliere il disperato sfogo sul nuovo flagello biblico.

Siamo sinceri: i commercianti non raccontano fesserie. Non stanno recitando la solita parte delle povere vittime. Le bollette sono effettivamente, sinceramente spaventose. Detto questo, bisognerà però dire a loro stessi, e a chi li sbatte in prima pagina con tutti i toni della solidarietà umana, che in quanto vittime non sono sole.

Il nuovo flagello del caro-prezzi – sia chiaro una volta per tutte – non è un problema dei commercianti. E’ un problema di tutti, che entra in tutte e le case e in tutte le famiglie. Con una prerogativa molto sua, ben nota da quando esiste il mondo: se deve far male, fa più male a chi è più debole. Certo, a costo di essere banale e retorico, lo voglio ripetere: famiglie monoreddito (basso), pensionati, giovani. Magari tutti questi italiani non hanno voglia e tempo di esporre alle finestre le bollette loro, ma questo non significa che stiano vivendo una fantastica ricreazione. E non dimentichiamo mai un importante dettaglio: solitamente, il povero vero si vergogna della sua povertà, come minimo la vive con pudore, evitando di andarla ad un urlare in piazza.

E allora: qualcuno racconti alle famose associazioni di categoria che nella disperazione del momento, quanto meno, loro possono ritoccare al rialzo i prezzi (come stanno facendo, pure troppo), scaricando la grana sul consumatore. Casualmente, quelli che non appendono le bollette alla finestra di casa non possono ritoccare niente, non possono scaricare niente su nessuno. Possono solo subire, perché le loro paghe e le loro pensioni sempre quelle sono e sempre quelle restano. Con il risultato di impoverire ogni giorno di più.

Non bisogna essere contro i commercianti, né fare del populismo spinto, per mettere in chiaro queste faccende. Ma dall’aria che tira resta un dovere civico precisarlo, a scanso di equivoci e dimenticanze. Il caro-gas non è un problema dei negozianti. E’ un problema.

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