di TONY DAMASCELLI – Il piatto ha smesso di piangere. Scopa, scopa d’assi, scopa a quindici, a undici, ciapanò, briscola, tressette, denari, coppe, spade, bastoni, fiori, picche, cuori, quadri, carte da gioco e giochi di carte, si torna a vivere e a radunarsi attorno al tavolo, mica tappeto verde e croupier e femmine sciantose, qui trattasi di bar, caffè, piola, locanda, osteria, privativa sali e tabacchi. Il locale recupera il significato antico, con i suoi odori e profumi, ritrovo di parole e di pensieri, di facce improbabili con quello che si portano appresso, vite stravissute, sigari toscani e nazionali col filtro, la gazzetta spalancata a due fogli, sul bancone frigo della coca o pepsi, il giornale locale con l’elenco dei morti, l’uovo sodo e gli stuzzicadenti, sanguinella, orzata, cedrata e tamarindo, sognano il riscatto delle minoranze, alla faccia dell’eppiauer. Chi spariglia? Chi balla una carta? Primiera e settebello. Finalmente, si potrebbe pensare e dire. Ma che dice il protocollo? Che cosa suggeriscono le linee guida? Mascherine e cambio frequente dei mazzi. Parte la bestemmia, frenata dal dispositivo facciale, un “càmadòi” (Brera Gianni) non si nega a nessuno, bei tempi quelli del libera tutti, per tutta una stagione lo stesso mazzo da quaranta di napoletane quasi accartocciate, il mezzo litro sfuso, la carta sbattuta a far tremare il tavolo e le sedie assieme, mormorii, segnali furbastri con la palpebra o il sopracciglio, scaramanzie, cambio del posto, giro al gabinetto con tiro dello sciacquone in diretta per tutto il quartiere, sfide diurne e notturne. Il governo ci restituisce vizi e virtù.
Riappaiono riviste e calendari nelle sale d’aspetto, dal barbiere, negli studi medici e affini, viene ripristinata l’edicola domestica, che offriva giornali straletti, risalenti allo sbarco sulla luna, con la prima pagina dedicata alle gemelle Kessler, stessa posizione in prima fila per il calendario dell’Arma o delle Fiamme Gialle; dirottati, nelle officine e autorimesse, quelli sconci di pin up tettute. E’ la vita, quella di prima, diciamo così. Se organizzo la coppia di mazzo, mi dimentico del virus. Scopa!