SI SENTIVA LA MANCANZA DEL CRETINETTI RUSSO CHE FA IL SALUTO ROMANO

Artyom Severyukhin, di anni 15, è un pilota di kart. E’ russo di nascita ma, dopo le sanzioni imposte al suo Paese, ha chiesto asilo dalle nostre parti e noi, aperti alla qualunque, gli abbiamo offerto tuta, macchina, vitto e alloggio. Così Severyukhin ha potuto scendere in pista con i colori dell’Italia, così è stato celebrato sul podio del vincitore agli Europei juniores, in Portogallo, a Portimao. Bandiera tricolore, inno di Mameli, applausi, sorrisi, fotografia e il Kameraden Artyom prima si è battuto due volte il petto, quindi ha proteso, nemmeno con entusiasmo e vigore da Terzo Reich, il braccio destro per il saluto tipico del ventennio nazifascista, scoppiando poi in una ghignata tipica della stupidera.

Si è dimenticato di urlare il Sieg Heil, probabilmente non sa nemmeno di che cosa si tratti, ma ormai il gesto era stato pestato e postato.

Clamoroso autogol: infatti il giovane Artyom rischia di cadere sotto le sanzioni del suo capo di Stato, perchè come tutti sanno Putin vuole denazificare l’Ucraina, dunque delle due l’una: o il ragazzo non è stato informato di quello che sta accadendo fuori dalle piste di kart o ha deciso di essere il primo russo nazista sotto l’impero di Vlad.

Nell’attesa che si risolva il dilemma, si sono agitate la Fia, l’Aci, enti vari ed istituzioni di ogni tipo, il moccioso deve esser espulso definitivamente. Ma basterebbe fargli fare un giro, dalle parti di Dachau o Auschwitz, su un kart. A pedali. Senza prendergli il tempo, lì dove il tempo si è fermato.

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