SENTIRSI UN PADRETERNO LECCANDO LE TAZZE DEI WC PUBBLICI

I social network, nell’ultimo decennio, hanno alterato e di molto la percezione che gli esseri umani hanno di se stessi e della propria soddisfazione personale. Felicità, autostima, dipendenza: passa tutto attraverso i follower, il numero di interazioni e la spunta blu accanto al nome.

Il tuo account pullula di seguaci? Hai il rispetto di tutti. Hai un centinaio di follower tra cui i tuoi nonni e il tuo vecchio bidello delle scuole medie? Sei un nessuno che non merita neanche il saluto. E giusto per rimanere in tema, sulla terra vive un ragazzino che di “professione”, o meglio dire passatempo, fa l’influencer, una delle principali scorciatoie del 21° secolo – insieme al reddito di cittadinanza – per fatturare comodamente da casa.

Lui si chiama Larz (probabile nome d’arte), ha 23 anni e vanta più di 400mila followers su Instagram. 415mila per l’esattezza, non vorrei che il bimbo si risenta del mio affronto. Era già salito agli onori della cronaca nel 2020, quando si dilettò in una challenge su Tik Tok, in cui l’obiettivo era quello di leccare le tazze dei wc pubblici in piena pandemia. A causa di quel video si beccò il Coronavirus e venne ricoverato in ospedale, mostrandosi fiero di se stesso.

Un ragazzo dagli spiccati contenuti che, in questi giorni, ha fatto nuovamente parlare di sé con un’altra delle sue perle d’idiozia. Stranamente intervistato da un programma radiofonico californiano, ha dichiarato di non parlare più con la sua famiglia perché i membri che ne fanno parte non hanno abbastanza follower da meritare la sua attenzione. Poi ha aggiunto: “Sono più famoso di tutti e non parlerò con persone che non lo sono, a meno che non abbiano lo stesso numero di follower che ho io. A volte la mia famiglia mi manca, ma poi penso che farei meglio a parlare con una come Cardi B”.

Larz ha 9 fratelli, ma li ha bloccati tutti sui social e non intende sbloccarli fino a che non avranno raggiunto un significativo numero di follower. La domanda che mi sorge spontanea è: a che età ha bloccato il suo cervello? Parla con i suoi neuroni o ha bannato anche loro, ammesso che ne abbia qualcuno? Bisognerebbe chiedere ai familiari se questo “blocco” non sia stato accolto serenamente. Perché forse un figlio o un nipote così converrebbe, a questo punto, perderlo.

Per carità, la sua mancata riconoscenza verso chi l’ha messo al mondo non è nulla di inedito. Tante volte si è sentito dire di figli che hanno, per un motivo o per un altro, rinnegato i propri genitori. Ognuno è libero di gestire i suoi rapporti come meglio crede, specie se è cresciuto senza uno straccio di valore umano. Ma questo ragazzo non dev’essere intervistato, bensì aiutato. E insieme a lui tutti coloro i quali, con superficialità e inconsapevolezza, hanno la stessa futile scuola di pensiero.

Il lusso che ostenta, tra auto sportive e piscine all’aperto, prima o poi svanirà. Perché anche il più stupido degli influencer deve reinventarsi nel tempo. Trovare nuove strade, sposare nuovi progetti. Gli conviene trarre il massimo vantaggio dalla sua influenza momentanea. In futuro potrebbe aver bisogno dei parenti per un posto di lavoro. A patto che nel suo primo curriculum vitae – quando gliene servirà uno – non scriva “propenso al gioco di squadra solo con chi ha almeno 100.000 follower”.

Ma la cosa che più preoccupa, in fondo, è che certa gente ha comunque la possibilità un domani di mettere al mondo dei figli.

Un pensiero su “SENTIRSI UN PADRETERNO LECCANDO LE TAZZE DEI WC PUBBLICI

  1. Cristina Dongiovanni dice:

    Le sfumature del vuoto sono così tante, così varie, così indelebili in molti casi. Mettere in uso al gregge umano uno strumento social significa anche questo. E’ la povera civiltà della comunicazione che permette la deriva, la stessa democrazia dei mezzi e del pensiero. Non riesco ad essere ottimista purtroppo. Aiutare cosa significa? Andare a stanare nelle loro stanze rifugio questi “colpevoli” e cercare in qualche modo di redimerli? Non accadrà mai e lo sappiamo. Agire prima, in bocciolo? Non accade già molto meno di questo, figurarsi se abbiamo qualche speranza che la società si fermi a riflettere con serietà su questi fenomeni. Basta andare fuori da una scuola media qualsiasi, manca l’intervento. Prima di tutto della famiglia. Si lo so, la volontà personale può riparare la storia di ognuno di noi ed il futuro. Ma se la volontà manca? Se altro si insinua nell’animo di queste persone che non hanno gli strumenti caratteriali e genetici per trovare una strada umana diversa e migliore? E chi l’ha raccontata a loro una strada umana migliore? Come l’ha raccontata? E’ stato convincente con le parole, ne ha pronunciate? Con le azioni, ne ha compiute? Come saranno i figli di Larz? Figli o follower è la stessa cosa a questo punto.

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