SE TOCCHERA’ AL MONOPATTINO FARCI LA PROVA DEL PALLONCINO

Della sicurezza stradale ha parlato persino il Presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno: Sergio Mattarella ci ricorda a reti unificate uno dei problemi maggiori per la nostra incolumità, ai livelli (o addirittura superiore) dell’alimentazione e dell’inquinamento come indice di rischio.

Dunque Rimini è il primo comune italiano a svegliarsi, tanto per cominciare, sulla questione monopattini che da tempo è stata affrontata e risolta in molti Paesi europei. In Romagna dalla prossima estate si potrà verificare la sobrietà dell’utente (“prova di reazione”) prima dello sblocco del noleggio del famigerato mezzo di trasporto. Il test consiste in un video interattivo disponibile nell’app di noleggio che verifica le condizioni dell’utente per prevenirne l’utilizzo da parte di chi è momentaneamente inadatto alla guida perché, ad esempio, sotto effetto di alcol. Solo superando la prova sarà possibile sbloccare il mezzo. La funzionalità sarà limitata alle fasce orarie più critiche, come la sera.

La flotta di 1.000 monopattini, a cui si aggiungono 890 biciclette elettriche sempre in sharing, vede quest’anno un’estensione del territorio comunale coperto e al contempo una riduzione della velocità massima in molte aree. Nel centro storico il limite massimo resta di 6 km/h mentre sul lungomare il nuovo limite è di 15 km/h, nelle altre zone è fissato a 20 km/h, 5 al di sotto del limite previsto dal codice della strada.

Devo dire che ho sempre pensato che il problema fosse il monopattino e non il guidatore, ma evidentemente pensavo male, perché a molti di quelli che il monopattino lo guidano andrebbe fatto in realtà un test che misura il quoziente intellettivo, non (solo) quello dell’alcol. In questo senso, pensandoci bene, bisognerebbe procedere anche con automobilisti, motociclisti, ciclisti, e perché no persino qualche pedone. Insomma gli idioti restano tali a prescindere dal mezzo che guidano: imporre delle regole è sempre una buona idea, anche se dubito che a Rimini installeranno multavelox e tutor dedicati ai monopattini.

Quindi, per esempio, chi e come stabilisce a occhio a quanto va uno in monopattino?

Eppure non ho tutti i torti nemmeno io: il problema non è solo chi guida, è anche e forse prima ancora il monopattino. Come lo sono l’auto, la moto, la bicicletta, l’aereo, i prototipi di Formula 1 che per primi hanno vissuto un’evoluzione straordinaria nella sicurezza, probabilmente partendo dal presupposto che tutti quei 20 piloti, per vivere sempre al limite, un po’ scotennati debbano essere per forza, oltre al fatto che vanno a 300 all’ora. Così oggi in Formula 1 non muore praticamente più nessuno (tocchiamo ferro, grazie).

Il monopattino quindi deve avere targa e luci, anzitutto, e i guidatori il casco. Dicono che la questione sia sul tavolo del Governo e dei legislatori, da tempo: quanto ne serve?

I monopattini dovrebbero avere anche dei percorsi cittadini obbligati, per esempio le piste ciclabili, così andrebbero anche un po’ più piano del dovuto e soprattutto non ti schizzerebbero fuori da ogni lato.

Ben vengano comunque regole e app che, tanto per cominciare, diano un’occhiata al pilota. Arriverà anche il giorno della app che misura quel quoziente intellettivo di cui sopra, ma la paura è che gli abili ad uscire di casa e mettersi in strada, a piedi o su ics numero di ruote, si conterebbero sulla punta della mano. A partire dal sottoscritto, al quale l’embolo parte un po’ troppo spesso e facilmente guidando su e giù per l’Italia, soprattutto nei confronti di chi va sul monopattino. E questo sì che è un bel problema, non soltanto mio. Dico bene?

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