SE TOCCA AI CUGINI DI CAMPAGNA SALVARE AMADEUS

Quando il presentatore, direttore, intrattenitore del festival di Sanremo ha annunciato, tra i big in gara, la partecipazione dei Cugini di campagna, immediatamente ho pensato a John e Andrea, nel senso di Elkann e Agnelli, al centro dell’attenzione nei peggiori bar tra Caracas e Pinerolo.

E invece no, i due ricchi e famosi ereditieri non scenderanno dalla storica scalinata dell’Ariston e nemmeno saliranno sul palcoscenico che fa tremare le gambe a chiunque, tranne Ibrahimovic.

No, è davvero la volta dei quattro spatriati che si esibiranno, occhio alla furbata del presentatore, direttore, intrattenitore, in una canzone per loro scritta da La Rappresentante di Lista, roba che nemmeno il governo gialloverde, del fu Conte-Salvini, sarebbe stato capace di immaginare ed allestire.

Ma Sanremo é Sanremo (giuro che è l’ultima volta che uso lo slogan), dunque vale la qualunque, Amadeus imperversa dal mattino alla sera, è un solito noto, è un nominativo singolare della seconda declinazione latina (presumo a sua insaputa), la sua dizione e pronunzia ricordano quella del Conte succitato, alla voce adenoidi, ma la giocata dei Cugini va oltre il nazional-popolare, direi nazional-populista, tanto per mostrare al pubblico e ai telespettatori “i mostri” con i quali divertirsi, infine rendendo ridicola la rassegna musicale. Ma alla Rai questo piace a ad Amadeus ancor di più.

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