SE SARRI PAGA E LA FERRARI NO

di TONY DAMASCELLI – Il football non è un gioco. E’ una roba assurda che licenzia quello che vince e conferma gli sconfitti. Prendi Sarri, quello che si scaccola e dice parolacce. Ha vinto, per la prima volta sua e non per la ditta bianconera, lo scudetto, ma lo hanno fatto accomodare alla porta di Mirafiori o Lingotto o della Continassa, il totale è analogo, fiattino, direi.

Gli altri, quelli arrivati secondi, terzi, quarti e seguire, vengono tutti confermati tra promesse e premesse e soprattutto, confronta “Corsera” o “Gazsport”, tra elogi e riverenze da miculpop.

Che roba è? E’ il football, appunto lo stesso che a Milano, sponda Inter, liquidò Simoni il giorno stesso in cui il Gigi riceveva a Coverciano il premio della Panchina d’oro.

In contemporanea, però, l’azienda torinese di riferimento della Juventus, Elkann and C., continua a prendere torte in faccia in formula 1, dove alla Ferrari danno il gas anche i diesel e i Velosolex. Eppure non accade nulla, non c’è un Sarri al quale tagliare la testa, non sente odore di olio bruciato, rumore sordo di pistoni andati e simili. Niente, anzi gli stessi giornali di cui sopra provvedono a spiegare, giustificare, la Ferrari è salva a prescindere, vince anche quando arriva ultima, confrontate i titoli, leggete i commenti, non troverete mai lo stesso cianuro vomitato contro Juve, Inter, Milan e altri della compagnia. Roba da non crederci ma roba vera.

Al prossimo gran premio, presumo Monza, con tutti gli annessi.

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