SE INTERESSA PIU’ LA SNIFFATA DEL TRIONFO

di JOHNNY RONCALLI – L’euforia da una parte, lo scandalo dall’altra. I Måneskin vincono l’Eurofestival della canzone, evviva, ma il cantante Damiano viene accusato di aver sniffato coca in diretta TV, gesto di lui che si abbassa sul tavolo rivisto al Var un triliardo di volte, in tutto il mondo, vergogna, un giallo cosmico che intriga e agita molto più della canzone.

A me pare la fiera dei cliché.

Sesso, droga e rock’n’roll, uno slogan vecchio e stantio da decenni, il cantante nega, io gli credo, ma nel complesso che noia. Che noia tutto, si può dire?

Innanzitutto che noia la polemica che surclassa qualsiasi considerazione sulla canzone e sugli interpreti. I Måneskin impersonano il classico gruppo rock anni Settanta, come immagine e come suoni, a cavallo tra glam e hard rock tipici di quella decade, e il pezzo vincitore dell’Eurofestival non fa eccezione. Il testo non è memorabile di suo, urla rabbia e rivendicazione per l’incomprensione da parte di un mondo che non vuole capire, anche qui niente di nuovo sotto il sole.

Il pezzo è comunque piacevole, loro fanno quel che devono. Fa sorridere, ma con compiacimento in fondo, la loro pur brevissima storia, che dalla strada li ha portati al talent in TV, a Sanremo, all’Eurofestival. Vincendo tutto e questo nessuno glielo può togliere.

Diciamo però che la loro inclinazione dichiarata, a parole opere e missioni, verso un atteggiamento trasgressivo e provocatorio cozza un po’ con la loro presenza in concorsi che fanno della convenzionalità una delle loro caratteristiche. La collisione tuttavia sembra pagare, perché forse proprio suonare e apparire fuori dal coro in questi contesti li ha spinti a primeggiare, anche più del dovuto.

Nel tempo all’Eurofestival qualche fuori di testa ha fatto la sua comparsa, come a Sanremo del resto, ma siamo sinceri, la storia della musica transita altrove.

L’Italia ha due precedenti illustri nell’albo d’oro, Gigliola Cinquetti (“Non ho l’età”, 1964) e Toto Cutugno (“Insieme”, 1990), ma possiamo dire in tutta franchezza che l’Eurofestival è un concorso insignificante e autoreferenziale?

Complimenti ai Måneskin per la vittoria, applausi e felicitazioni, orgoglio nazionale a mille, ma qualcuno davvero rimane trepidante nel corso dell’anno, in attesa dell’Eurofestival? Se citassi i vincitori delle ultime venti edizioni, nessuno riconoscerebbe un nome che è uno, diciamo che fa bene all’autostima popolare, diciamo che fa bene per l’import-export, ma chiudiamola lì.

Fa bene certamente ai vincitori e sono sinceramente contento per loro.

E poi ci sarebbe la presunta sniffata di cocaina, giusto, c’era anche quella di cui occuparsi.

Magari ne parliamo un’altra volta.

 

 

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