SE IL VERO SPORT FINISCE A PAGINA 44

Nessun dubbio: l’ultimo giro del mondiale di Formula 1 è stato l’evento della domenica. Roba grossa e non soltanto per gli intenditori e maniaci di stint, overtake e paddock.

Poi, al risveglio, scopri che il primo quotidiano di sport d’Italia, color rosa, se la cava con un sovratitolo in prima e spedisce il tutto a pagina 44, perché Verstappen e Hamilton sono in fondo extracomunitari allo sport che tira, le nostre grandi priorità appartengono a Lautaro e Spalletti, Gasp e Cairo, Allegri e Sarri, per esempio cinque titoli di apertura per l’Inter dopo l’impresa titanica di avere travolto il Cagliari, mica quelli lì che filano a trecento all’ora e non rifiutano di salire sul podio o di ritirare il secondo premio.

Sono ricchi e nemmeno scemi, però il calcio è più serio, vive nel rispetto del verdetto sul campo, sì, d’accordo ogni tanto qualche zuffa, qualche gomitata sul muso, sputi e amenità varie, comunque un repertorio che merita la prima pagina e a seguire, perché noi, dello sport, gazzettieri e simili, siamo di un’altra razza, questo sostantivo, noi lo possiamo dire e scrivere (anacoluto), o meglio non siamo più quelli di un tempo, quando a dirigere i fogli c’erano personaggi, cito a caso Brera, Zanetti, Palumbo, la cui semplice ombra metteva timore a presidenti, imprenditori, ciurmaglia calcistica.

Oggi no, accade il contrario, basta una telefonata di un dirigente di serie minore e il direttore scatta sull’attenti, pronto alla riverenza, alla penitenza e all’intervista riparatrice, la genuflessione ma non in memoria di Floyd.

Dunque la Formula uno a pagina 44, così come il tappone del Tour, le mille vittorie di sciatrici e sciatori.

E il nostro meraviglioso pubblico di lettori? Che impari a sfogliare. A proposito, chi ha fatto gol?

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