SE IL RE PUO’ SPOSARE IL SUO FIDANZATO

Dall’Olanda mandano a dire con tanto di annuncio solenne che grazie a quel Paese l’umanità compie un grande passo in avanti: si potrà restare sul trono anche sposando una persona dello stesso sesso. E tutti quanti noi, ovviamente, dovremmo finalmente sentirci un po’ meglio, magari anche un po’ migliori.

Ecco, magari sono un guastafeste, ma sinceramente non riesco ad accordarmi. Faccio anch’io un outing: vorrei dire agli olandesi, fieri d’essere così avanti, come dal mio punto di vista il problema non sia che un re possa o no sposarsi un uomo e una regina possa o no sposarsi una donna. Il mio problema è il re, o la regina. Certo sono ancora un po’ indietro, ma per me il vero problema è che in giro per il mondo, persino in sistemi evoluti, ci siano ancora popoli contenti d’essere chiamati sudditi, considerando un tizio o una tizia con la corona in testa meritevole di privilegi e di rendite speciali, solo in virtù di diritti acquisiti per via ereditaria.

Amici olandesi, complimenti per l’evoluzione, godetevi la grande conquista del re che può sposarsi il suo fidanzato, però almeno non fate i pavoni della modernità e della civiltà. Io resto in attesa che voi come tanti altri, un giorno o l’altro, riusciate a liberarvi (pacificamente) di queste famiglie reali e di tutto il ciarpame annesso, patrimoni cerimonie tesori, compiendo davvero il decisivo passo in avanti, cioè godervi sul serio l’idea di essere tutti uguali, come ci ha fatti il creatore, senza nessuno più uguale degli altri, senza nessuno con il sangue blu in vena e con gli scrigni pieni nei castelli, non avendo neppure mai sudato un solo giorno.

Caso mai interessasse, questo vero, romantico, semplicissimo sistema di vita si chiama repubblica. Però senza se e senza ma, senza scappatoie e senza travestimenti, come quella ridicola formula inventata proprio da re e regine che chiamano monarchia repubblicana, il più assurdo e patetico degli ossimori. Con il suo fidanzato al fianco, il vostro re resta un re. Con la sua fidanzata al fianco, la vostra regina resta una regina. E voi i loro servili sudditi. Ve ne resta di strada da fare.

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