SE IL COVID E’ LA NUOVA SCUSA PER NON FARE PIU’ NIENTE A SCUOLA

E’ nato prima l’uovo o la gallina? Sono gli insegnanti scadenti che producono studenti scafessi o è la scafessaggine studentesca a costringere i professori a fingere di essere più scemi di quel che siano? E, in questo giochino al massacro, che ruolo svolge l’empireo ottimo massimo che risponde al nome di Ministero dell’Istruzione? Fa quel che può con quel che ha o è un superlativo ricettacolo di incapaci?

Vediamo di andare con ordine. Qualcuno dei miei tre lettori, forse, ricorderà la faccenda della prova d’italiano alla maturità, che prima si fa, con tanto di date, poi non si fa più, poi viene reintrodotta a furor di popolo, salvo eliminare la seconda prova d’esame, con la capriola finale (per ora) della riconferma anche della seconda prova.

Ora, questo valzer delle prove avrebbe fatto venire i nervi anche alla camomilla: figuriamoci a quei giovanotti implumi, che la maturità se la devono sciroppare! Fatto sta che, alla fine della fiera, i nervi mi paiono ben tesi. Sorvolo sulle condizioni dei poveri insegnanti, vessati, umiliati, sballottati e sottopagati: tanto, loro non contano un bel nulla, sicchè a nulla vale registrarne le querimonie. Ma gli studenti, loro sì che sono merce preziosa, per lo Stato: sono la speranza per il futuro, il nostro investimento per la vecchiaia!

E, se le cose stanno come sembra, tanto varrebbe morirsene subito. Perché l’ultima novità, in materia d’esami, è che il corpo studentesco sta cominciando ad agitarsi. Era ora, verrebbe voglia di dire: molte rivoluzioni hanno avuto detonatori meno potenti. Invece, questi novelli Robespierre non protestano perché la scuola fa schifo, per le ore perse a fare webinar di PCTO che non servono a niente, per le ridicole regole che pervadono i patri istituti educativi: macchè, protestano perché la seconda prova appena reintrodotta non la vogliono più. Dio ce l’ha tolta e guai a chi ce la ridà! Avevano assaporato il gusto dolciastro della scappatoia e ogni minimo ritorno alla normalità – direi, anzi, alla salute mentale – adesso appare loro come un’intollerabile vessazione.

Di più, di peggio: la ragione della richiesta di riabolire la prova più significativa dell’intero esame, giacchè è quella che indaga sulle competenze d’indirizzo dei singoli istituti, risiede – dicono loro – nelle difficoltà legate al Covid. “Il Ministero non ha tenuto conto del periodo Covid” hanno realmente detto. Con tanto di chiamata alle armi per proteste e stati di agitazione. Il che mi fa sospettare fortemente che questo Covid sia diventato un pannicello caldo per tutte le magagne nazionali: dall’economia all’ordine pubblico, fino alla poca voglia di lavorare degli studenti.

Una volta c’era il funerale della nonna: la mia, in terza liceo, è spirata tre o quattro volte, in concomitanza con le verifiche di greco. Aggiungo, per nota di colore, che Gilda Mazzelli, ovvero la mia nonnina, era già mancata due anni prima, ma continuava a farmi del bene anche post mortem. Oggi, c’è il Covid: poveri santi ed eroi i ragazzi d’oggi, che devono studiare con questo brutto Covid che rovina loro l’esistenza!

Ma, insomma, basta! E’ ora di finirla con questa fabbrica di piangina: stiamo diventando un asilo mariuccia per maggiorenni senza attributi. Se proprio volete far caciara, cari i miei studenti, fatelo per il futuro che vi stanno rubando, per gli imbrogli che vi stanno tessendo sotto il naso, per questo Paese di fannulloni, di truffatori, di gente che tiene famiglia. Non schieratevi da quella parte anche voi, che vi state appena affacciando alla vita adulta.

Studiate, lavorate, impegnatevi, senza trucchi e senza mugugni: è questo il vero esame. E’ questa l’unica maturità.

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