SE C’E’ LA BOTTERI A SPIEGARCI SANREMO

di TONY DAMASCELLI – Sta arrivando. E’ arrivato. Ci siamo, oggi, stasera, adesso. Teatri chiusi a Sanremo ma l’Ariston è semiaperto. Da settimane tre è okkupato da Amadeus&Fiorello, capipopolo dell’assembramento festaiolo.

Incominciamo a risolvere un dubbio da ignoranti: festival, dove va l’accento? Sulla prima vocale? Sull’ultima? Eviterei la seconda. A Londra ne sono certi: fèstival. A Parigi, ovviamente: festivàl. A Sanremo? A Sanremo chissenefrega, finché la “banca” va lasciamola andare, rassegna canora della musica leggera italiana, canzoni e fiori, cantanti e ospiti, l’evento epocale della Rai che, fosse per Lei, lo vorrebbe a reti unificate ma si deve accontentare di un cinque giorni feriali che non sono affatto quelli festivi da cui l’etimologia dello spettacolo.

Si parte senza preoccuparsi del coprifuoco alle 22. La stessa Rai ha devastato i cosiddetti (palinsesti) con collegamenti continui dal sito ligure, riaffiorano figuri e figure date per finite nel canneto ma opportunamente riproposte per l’evento, opinionisti di ogni genere si disputano il primo piano. Tra gli ultimi arrivi, ormai con presenze superiori a Buffon, si registra direttamente dai ciliegi in fiore di Pechino alla riviera dei fiori di Sanremo, Botteri Giovanna.

Si va in scena e si va in onda. Con una notizia certa: non avremo le prime file gonfie della “mask force” di facce di bronzo, ceroni, ciprie e rimmel, dirigenti, artisti e affinità varie, dell’ente di Stato. Solo applausi finti. Buon divertimento. E come disse Adamo, che Dio me la mandi buona.

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