SCUOLE CHIUSE PER CARNEVALE: ALLUCINANTE

di CRISTIANO GATTI – Il momento è talmente tremendo, che chiudiamo le scuole per il ponte di Carnevale. So di andare alla guerra col cotton-fioc, anzi di risultare persino seccante, ma a me questa cosa scandalizza. Più mi guardo in giro, più ci penso, e più fatico a subirla. Tanto che mi verrebbe da girare questa banalissima domanda al neo-premier Draghi: mi scusi presidente, una delle prime cose che lei ha detto riguarda il progetto di tenere la scuola aperta tutto giugno, allungando un po’ per recuperare terreno, ma allora come posso io accettare che si chiuda adesso per il Carnevale? E sottolineo Carnevale.

Sull’ideale alto siamo tutti d’accordo, e non da adesso: bisogna ripartire dalla scuola, bisogna rimettere la scuola al centro, la scuola, la scuola, la scuola. E’ una delle poche cose sulle quali sono allineati all’unanimità da destra a sinistra, almeno a chiacchiere: se non rilanciamo la scuola, non rilanciamo il Paese. Da qui, la sua lodevole intenzione di strappare qualche altro giorno in questa annata disastrata di chiusure, totali o parziali.

Ecco, in questa cupa cornice da momento fatale, io guardo dalla finestra e vedo le scuole chiuse per il ponte di Carnevale. Inevitabile una seconda domanda: presidente, ma ci stiamo prendendo in giro? Lei propone di allungare l’anno e di spostare in là la chiusura, nel frattempo tutti a casa per questa sacra ricorrenza del ballo in maschera, decisamente la festa più rappresentativa in questa era di lutti e di sofferenze.

Anche se combatto una causa persa, una delle tante, voglio dire senza calcoli e senza ipocrisie che tutto questo è allucinante. Battaglie sanguinose per riaprire le scuole, banchi a rotelle e protocolli di accesso, tutto l’armamentario igienizzante per trovare il modo di rimandare i nostri figli nelle aule, poi arriva Carnevale e cascasse il mondo porte sbarrate per la mascherata. Ma siamo un Paese serio o siamo il Paese dei Pulcinella?

E già che ci sono: vogliamo parlare della ricaduta educativa di questa chiusura? Siamo nel settore scuola, tutto ha un significato. Altro che Covid come occasione di meditazione e di crescita, benchè dolorosa e sofferta. Questa chiusura nel nome di Arlecchino, Zorro e Batwoman non fa che diffondere ulteriormente tra i ragazzini il nostro nuovissimo sistema di valori, perverso e deviato: nel caso specifico, l’idea che il Covid non lo odiamo tanto perchè ammazza la gente, ma piuttosto perchè intralcia i nostri divertimenti, vedi discoteche in estate e piste da sci in inverno. Almeno con la scuola ci stiamo difendendo da leoni: nessuno, nemmeno la pandemia, è riuscito a toglierci il ponte di Carnevale. Sì, i nostri figli possono essere fieri di noi.

“Semel in anno licet insanire”: questo il motto preso in prestito ai saggi di sempre – i Seneca, i Sant’Agostino, gli Orazio – per giustificare la voglia di “impazzire almeno una volta all’anno”. Non per niente è l’eterno motto del Carnevale. Ma come facciamo a usarlo ancora noi, che siamo folli tutti i giorni, a ciclo continuo, 24 ore su 24. Non sarebbe male che almeno una volta all’anno fosse lecito diventare persone serie. Questa sarebbe la vera trasgressione.

Un pensiero su “SCUOLE CHIUSE PER CARNEVALE: ALLUCINANTE

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Lei però, egr. dott. Gatti, è proprio un rompiscatole incallito, e pure un fanatico integralista !
    Tra l’altro, sta grossolanamente attribuendo alla scuola funzioni che sono (od erano ?) di competenza della storia .
    Non per nulla è la storia MAESTRA di vita, mica la scuola !
    Quindi la smetta di denigrare a destra ed a manca , ed a diffamare il Carnevale come se non fosse una cosa seria .
    Le pare che non sia utile al buon vivere una bella maschera , od un sopraffino travestimento ?
    Lo dica chiaramente : crede che NASCONDERE come si è, o come si è diventati, sia una roba di poco conto ?
    E poi, mettere sempre di mezzo ‘sti Seneca , Sant’Agostino , quello strambo di Dagospia, ed ora pure Orazio , il fratello più noto di Curiazio, non le pare che , alla lunga, possano davvero renderla uno che più che vivere…sopravviva di cause perse ?
    Ma si adegui ! E se nessuno gliel’ha ancora insegnato, impari una buona volta che …dopo Natale è sempre Carnevale .
    Le sembra poco ?
    Cordialmente.
    Fiorenzo Alessi

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